Svizzera, la Bns mantiene la propria politica monetaria espansiva

La Banca nazionale svizzera (BNS) mantiene invariata la propria politica monetaria espansiva

In tal modo l’istituto elvetico stabilizza l’evoluzione dei prezzi e sostiene l’attività economica. Il tasso di interesse sugli averi a vista detenuti presso la Banca nazionale rimane immutato a −0,75% e la fascia obiettivo per il Libor a tre mesi resta nell’intervallo compreso fra −1,25% e −0,25%. La Banca nazionale ribadisce la propria disponibilità a intervenire se necessario sul mercato dei cambi, considerando la situazione valutaria complessiva.

Dall’esame della situazione economica e monetaria del dicembre 2018 il franco si è leggermente deprezzato su base ponderata per il commercio estero

Ciononostante, a detta dell’istituto, nel complesso il franco ha tuttora una valutazione elevata e la situazione sul mercato dei cambi permane fragile. Il tasso di interesse negativo e la disponibilità della Banca nazionale a intervenire all’occorrenza sul mercato dei cambi rimangono pertanto necessari. Tali misure limitano l’attrattività degli investimenti in franchi e riducono la pressione al rialzo sulla valuta.

La nuova previsione condizionata di inflazione si situa su livelli inferiori rispetto a quella formulata in dicembre

Ciò è dovuto principalmente al calo delle prospettive di crescita e di inflazione all’estero e al corrispondente declino delle aspettative riguardanti i tassi di interesse di riferimento per le principali aree valutarie. Per l’anno in corso, la previsione si colloca allo 0,3%, ossia a un livello di poco inferiore allo 0,5% dello scorso trimestre. Per il 2020, la Banca nazionale si attende ora un’inflazione dello 0,6%, contro l’1,0% del trimestre precedente. Per il 2021 la Banca nazionale prevede un tasso di inflazione dell’1,2%. La previsione condizionata di inflazione si basa sull’assunto che il Libor a tre mesi rimarrà pari a −0,75% lungo l’intero orizzonte previsivo.

Negli ultimi mesi l’indebolimento dell’attività economica globale è stato più accentuato del previsto. A frenare la crescita sono stati in parte fattori temporanei, ma in mo lt i paesi industrializzati anche la dinamica congiunturale di fo ndo ha rallentato. La produzionenell’industria manifatturiera, in particolare, ha mostrato un andamento esitante in numerose regioni. Le incertezze congiunturali e politiche hanno accresciuto la volatilità e i premi per il rischio sui mercati finanziari alla fine del 2018. Inoltre, in alcuni paesi la crescita e l’inflazione sonorisultate di nuovo più deboli di quanto generalmente previsto. Entrambi gli sviluppi hanno portato a un calo delle aspettative circa i tassi di interesse di riferimento nelle principali aree valutarie. In tale contesto, nel suo nuovo scenario di base per l’economia mondiale la BNS ha rivisto al ribasso la crescita dei paesi industrializzati per il primo semestre del 2019.

Nei prossimi trimestri l’economia mondiale dovrebbe però continuare a crescere in linea con il proprio potenziale

Ad agire da sostegno sono la politica monetaria espansiva nonché la solidità del mercato del lavoro nei paesi industrializzati e, in alcuni paesi, anche la politica fiscale. I rischi continuano tuttavia a essere al ribasso. In Svizzera, dopo un forte incremento nei trimestri precedenti, il PIL ha ristagnato nel secondo semestre del 2018. Nondimeno, sull’insieme dell’anno la crescita è stata nel complesso vigorosa, pari al 2,5%. Il grado di utilizzo delle capacità produttive delle imprese era adeguato e la situazione sul mercato del lavoro è costantemente migliorata. Il numero delle persone disoccupate è diminuito ulteriormente. A febbraio il tasso di disoccupazione si situava al 2,4%.

Attualmente gli indicatori congiunturali mostrano una dinamica moderatamente posit Iva

Dopo la stagnazione registrata nella seconda metà del 2018, la crescita del PIL dovrebbe quindi riprendere un certo slancio. Per l’intero 2019 la BNS prevede tuttora un aumento del PIL di circa l’1,5%. Sul mercato ipotecario e immo biliare persistono gli squilibri. Sia i prest it i ipotecari che i prezzi delle case unifamiliari e degli appartamenti di proprietà hanno continuato a crescere leggermente negli scorsi trimestri. I prezzi degli immobili residenziali a reddito sono invece lievemente scesi. Tuttavia, in particolare in questo segmento sussiste il rischio di una correzione, a causa del forte incremento dei prezzi negli ultimi anni e dell’aumento delle abitazioni sfitte. La Banca nazionale continuerà a seguire attentamente gli sviluppi sul mercato ipotecario e immobiliare ed esaminerà regolarmente la necessità di un aggiustamento del cuscinetto anticiclico di capitale.

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