Mercati – Le opportunità di bond e valute asiatiche

Le valute asiatiche continueranno a beneficiare di un ritorno della propensione al rischio e molte delle ragioni che hanno spinto al rialzo il dollaro statunitense durante la seconda metà del 2008 stanno rientrando, questa in sintesi l’opinione espressa da Rajeev De Mello, responsabile degli investimenti asiatici per Western Asset Management, società del gruppo Legg Mason leader nel settore dei fixed-income, con una massa gestita di poco inferiore ai 480 miliardi di dollari.

Più nel dettaglio, spiega De Mello; “La crisi è stata imperniata sul mercato interbancario del dollaro e il crollo di Lehman Brothers nel settembre 2008 non ha fatto che esacerbarla. Rendendosi conto delle difficoltà di rinegoziare i prestiti a breve termine accesi in dollari USA, chi aveva tali posizioni ha quindi comprato dollari per contrastare l’andamento delle altre valute. Parallelamente, gli investitori statunitensi che nei dieci anni precedenti avevano incrementato i propri investimenti internazionali, temendo un collasso di quelle economie, hanno deciso di rimpatriarne una parte. Negli ultimi due mesi, invece, gli investitori hanno utilizzato parte della maggiore liquidità resa disponibile dalle banche centrali per investire in quelle economie la cui crescita potenziale è più robusta”, in quanto “nonostante una mancata crescita dell’export, le economie asiatiche dovrebbero beneficiare del rafforzamento del settore bancario locale che vanta consistenti livelli di capitalizzazione e un credito sano, inoltre le drastiche azioni politiche adottate, così come i prezzi stabili del petrolio e delle materie prime, rappresentano un ulteriore beneficio per le economie di questa regione”.

Un aumento generale della propensione al rischio ha favorito i flussi di capitale verso il continente asiatico; “Le valute asiatiche, a questi livelli, offrono del valore, a nostro avviso, in quanto tendono a fare un balzo quando la regione si riprende. Le obbligazioni asiatiche denominate in dollari sono anch’esse interessanti in quanto scontano ancora un notevole grado di rischio finanziario che, siamo convinti, non si materializzerà“.

Tra i mercati obbligazionari dell’area asiatica la società statunitense predilige Indonesia; “Le obbligazioni indonesiane sono le più interessanti della regione per via del loro alto rendimento e perché scontano il fatto che la Banca d’Indonesia continuerà a ridurre il tasso interbancario a mano a mano che si abbassa l’inflazione e che la valuta diventa un elemento meno preoccupante”, e Corea del Sud, in ragione delle iniziative tese a favorire gli obbligazionisti annunciate recentemente dal governo coreano;“l’abolizione dell’imposta alla fonte e la possibilità che queste obbligazioni siano incluse nell’indice Citi World Government Bond Index”.

Nonostante il mancato ottimismo sulla valuta statunitense, la controllata di Legg Mason ritiene interessanti le obbligazioni asiatiche denominate in dollari continuano a essere interessanti; “Molte delle recenti emissioni sono state collocate con molto successo, confermando il ritorno da parte di molti investitori ai mercati del debito dopo molti mesi di assenza. Con la riapertura dei mercati del debito statunitense e un ritorno dei tassi interbancari a livelli più normali, gli investitori sanno apprezzare gli spread di molti titoli del debito degli Stati asiatici e delle emissioni di obbligazioni societarie con alti rating di una regione nella quale i fondamentali dell’economia sono migliori di gran lunga a quelli statunitensi, europei e giapponesi”.

Per gli investitori retail non è facile prendere posizione, attraverso l’acquisto di singoli titoli di debito, sulle valute asiatiche, in quanto poco liquide, e sui titoli azionari, raramente negoziati sulle piazze occidentali, tuttavia l’industria del risparmio gestito offre interessanti soluzioni a riguardo, attraverso fondi comuni obbligazionari denominati in valuta locale e prodotti azionari; risulta invece meno problematico comprare emissioni obbligazionarie internazionali della regione, denominate in dollari, anch’esse tuttavia presenti all’interno dei rispettivi fondi obbligazionari.

Considerando le specificità della regione ed il bisogno di diversificazione, per la clientela retail è infatti sconsigliato un intervento diretto sulla regione.
 

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