Bernanke parla in TV!

I tempi cambiano, lo sappiamo, ma certamente pochi potevano aspettarsi che il Presidente della Fed Ben Bernanke, decidesse di partecipare ad un dibattito televisivo domenica sera a Kansas City.
Mai nella storia della Fed si era visto un Presidente rispondere direttamente alle domande degli Americani, visto che la Banca Centrale in tanti anni aveva sempre evitato i commenti e le dichiarazioni pubbliche, limitandole allo stretto necessario e quando era chiamata a commentare una decisione sui tassi, cioè nelle conferenze stampa ufficiali. Quello che più ha colpito, secondo quanto riportato dai media, è stata la franchezza con cui il Presidente avrebbe risposto alle domande del pubblico, tra cui quelli di imprenditori che lamentavano il sostegno dell’Istituto alle aziende “too big to fail” troppo grandi per lasciarle fallire, mentre la loro piccola azienda è stata lasciata crollare senza alcun tipo di paracadute. Il presidente ha risposto di aver deciso in favore dei salvataggi “turandosi il naso” per paura che l’intero sistema crollasse ma con un chiaro “disgusto” nei confronti di quanto andava facendo. Ha dichiarato di essersi infuriato per essere stato costretto ad intervenire, in particolar modo a favore di quei casi in cui gli Istituti avevano fatto scommesse selvagge sul mercato. Il mercato ha reagito con un aumento improvviso della volatilità, ma alla fine senza grandi scossoni, se non movimenti bilaterali erratici.

L’Eurusd che aveva iniziato la seduta in area 1.4220 è sceso in modo impulsivo fino a 1.4170 circa per poi risalire immediatamente e recuperare tutto il terreno perduto tornando sopra 1.4200. Il range degli ultimi giorni resta tale con i livelli di 1.4120 e 1.4135 a fare da supporto cruciale mentre al rialzo i livelli di 1.4240 e 1.4275 per ora hanno dimostrato di contenere assai bene ogni tentativo di rottura al rialzo. Per vedere qualcosa occorrerà attendere il mese di Agosto, ove solitamente, la mancanza di liquidità dovuta a molteplici ragioni, causa un aumento della volatilità e spesso anche l’inizio di trend importanti.
Al di la di questo, il mercato dei cambi non brilla di luce propria, ma continua senza soste la correlazione con i mercati azionari che sono e restano il vero faro per i movimenti di breve.
L’euforia per una possibile uscita dalla crisi globale che si avvicina mantengono gli indici in piena forza e di conseguenza le valute rifugio Yen, Usd e anche Franco Svizzero tendono a perdere terreno.
La divisa che secondo noi più potrebbe perdere nei mesi a venire è lo Yen, ancor più del biglietto verde che come tutti sanno vive tra l’incudine e il martello , ovvero tra la possibilità di crollare per una perdita di fiducia nella divisa Usa e il suo necessario sostegno per evitare che i portafogli globali, soprattutto quelli delle Banche Centrale, possano subirne un tracollo.
Lo Yen invece, dopo due anni di recupero dovuto alla crisi, potrebbe finalmente cominciare a scendere, alimentato dalla recessione che si protrae e si protrarrà presumibilmente ancora per un po’ di tempo e dalla necessità per il Giappone di svalutarlo per tornare ad essere competitivo sui mercati internazionali.

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