La prudenza non è mai troppa?

A cura di Christian Nolting, cio globale Dws

La nuova politica monetaria particolarmente accomodante della Federal Reserveha confermato la fiducia riposta nella massima “la prudenza non è mai troppa”. Altre autorità monetarie seguono una linea di pensiero analoga. Ma date le incognite, i mercati riusciranno a mantenere questa fiducia?

La Federal Reservevuole segnalare di essere pronta ad affrontare qualsiasi evenienza economica, come anche la BCE

Come previsto, nella riunione di politica monetaria di questa settimana la Federal Reservestatunitense non è intervenuta sul tasso d’interesse, ma ha lasciato intendere che nel 2019 sono improbabili strette monetarie. Inoltre è stato ridimensionato l’aumento previsto del PIL di quest’anno, ma non l’espansione economica attesa a lungo termine. A maggio, infine, la Federal Reserverallenterà il processo di riduzione del bilancio, che si concluderà a settembre. I mercati, almeno inizialmente, hanno mostrato di gradire questo nuovo orientamento strategico e previsionale, addirittura superiore alle aspettative. Naturalmente, le opinioni degli esponenti della Federal Reservepossono mutare. Continuiamo a prevedere un altro aumento del tasso d’interesse nei prossimi 12 mesi. Tuttavia alcune dichiarazioni del comunicato della Federal Reserveriecheggiano le decisioni adottate dalla BCE la settimana scorsa, ossia accantonare l’aumento del tasso d’interesse e potenziare nel prosieguo dell’anno le operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine (TLTRO). Evidentemente entrambi gli Istituti vogliono segnalare di essere preparati ad affrontare qualsiasi shock finanziario eventuale.

Il problema immediato è la Brexit. Restiamo convinti che si troverà un’intesa, ma attenzione a non dare nulla per scontato

Tra pochissimo tempo il primo shock potrebbe essere la Brexit. Nell’imminenza della scadenza del 29 marzo, giovedì scorso i capi di governo dell’UE hanno manifestato la disponibilità a concedere un breve rinvio, ma solo se il parlamento britannico approverà l’accordo già proposto. Tuttavia siamo ancora lontani dall’epilogo. Propendiamo ancora per una soluzione negoziata, ma una Brexitsenza accordo resta una possibilità, fosse anche solo per il logoramento dei responsabili politici: fino a pochissimo tempo fa i mercati sembravano stranamente indifferenti all’esito finale, ma ora questa noncuranza potrebbe finire. La tattica delle Banche centrali, basata sulla massima “la prudenza non è mai troppa”, funziona fino a quando i mercati non si lasciano turbare da previsioni pessimistiche, perché ritengono i responsabili politici capaci di affrontare la situazione. Una conclusione rovinosa della Brexitpotrebbe smentire questa fiducia.

In India, l’esito delle elezioni si conoscerà il 23 maggio. Una recente fiammata dell’inflazione non preoccupa l’RBI

Nel frattempo l’India si sta preparando per le elezioni politiche. Le votazioni si svolgeranno dall’11 aprile al 19 maggio e l’esito sarà annunciato il 23 maggio. A pagina 5 esponiamo alcune considerazioni sulle conseguenze di quest’evento sugli investimenti e sulla futura probabile politica monetaria della Banca centrale indiana dopo l’inattesa fiammata inflazionistica di febbraio.

 

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