Un mondo a due velocità macroeconomiche ma le Borse salgono sincronizzate

Ancora dati macro al di sotto delle aspettative per la Germania

Gli ordinativi alle fabbriche di febbraio che riportano una contrazione del 4,2% rispetto al mese precedente, contro un rimbalzo dello 0,3% atteso e dopo il calo del 2,1% di gennaio. La situazione non è migliorata a marzo secondo i PMI rilasciati questa settimana, con l’indice manifatturiero che si conferma in territorio di contrazione a 44,1 (sotto anche al preliminare di 44,7), mentre il dato composito si attesta a 51,4 (beneficiando di uno stato positivo per il settore servizi).

L’ottimismo in Germania resta comunque per le prospettive del finanziario, che potrebbe essere principale beneficiario in caso di hard-Brexit, con una migrazione di una parte del volume di affari attuale basato nel Regno Unito, fanno notare gli analisti di Wing Partners Sim.

Al di sotto delle stime anche il dato sull’occupazione del settore privato Usa

L’indice ADP relativo a marzo riporta la creazione di 129 mila posti di lavoro, al di sotto dei 184 mila previsti e dei 197 mila di febbraio. Anche l’ISM non manifatturiero americano delude ampiamente le stime di mercato, scendendo a 56,1 rispetto al 59,7 di febbraio e al 58,1 previsto.

Ma dalla Cina arrivano notizie di un possibile ulteriore ampliamento dello stimolo fiscale

Una manovra che già ha proporzioni ambiziose con un taglio dell’IVA volto a stimolare l’economia ed incrementare il potere d’acquisto dei lavoratori. Infatti la crescita delle vendite al dettaglio ha rallentato su minimi plurien-nali, poco sopra all’8%, rispetto a livelli oltre il 12% del 2014. Le nuove misure al vaglio sono relative da un lato a una riduzione della tassazione dei salari dei cittadini e, dall’altro, incentivare la produzione agricola e la piccola-media impresa. L’intervento dovrebbe nel complesso pesare sulla spesa pubblica per circa 2.000 miliardi di yuan (circa 300 miliardi di dollari) nel solo 2019, che in parte verranno però recuperati tramite un maggior progresso del PIL. Aumentare i salari contribuirà ad alcune riforme strutturali in alcuni settori, oltre a compensare gli effetti negativi sull’economia della riduzione della disponibilità di credito per il settore privato.

Borse, il Toro non molla per ora la presa

Nostante questo scenario a doppia velocità macro tra Europa e Usa da una parte e Cina dall’altra, in questa fase salgono sia i listini del Vecchio Continente, dove il benchmarck EuroStoxx 50 segna un rialzo di oltre il 14% da inizio anno, sia Wall Street con l’S&P 500 prossimo ai massimi e forte di un rialzo da inizi 2019 vicino al 15% ma anche la Cina non è da meno con il Csi 300 in scesa di qusi il 35% nello stesso periodo di riferimento.

Fino a quando durerà questo idilio borsistico?

Con l’indice Vix (detto anche indice della “paura”) ormai da settimane appiattito al di sotto di quota 14, satisticamente l’uptrend dei listini azionari non ha ancora molto tempo per proseguire. Sell in may and go away? Forse.

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