Banca Mediolanum, avanti tutta con la raccolta

Banca Mediolanum non sta guardando alcun dossier al momento, ma nel caso potrebbe essere interessata ad acquisire reti distributive, non certo, almeno per ora, Sgr tradizionali o alternative che siano. Lo ha chiarito l’amministratore delegato Massimo Doris dopo che Finprog Italia, finanziaria della famiglia Doris, tra il 14 e il 22 marzo scorsi aveva acquistato sul mercato 1,05 milioni di azioni di Mediobanca, alzando la quota detenuta allo 0,32% (oltre alla partecipazione del 3,28% detenuta attraverso Banca Mediolanum).

L’andamento della raccolta di Banca Mediolanum

Per quanto riguarda l’andamento della raccolta di Banca Mediolanum, Doris si è detto fiducioso circa la possibilità di superare il dato del 2018, anche se sui Pir il governo ha perso un trimestre per pubblicare il decreto attuativo delle nuove norme stabilite con la Legge Finanziaria 2019 “e non sarà semplice riuscire a replicare lo stesso risultato” (800 milioni di raccolta netta).

Doris si è detto comunque felice che la situazione si stia sbloccando, “perché questo ritardo si è tradotto in un danno per i risparmiatori, per le imprese e per l’industria del risparmio gestito”. Il titolo in borsa è tornato a salire, avendo recuperato negli ultimi tre mesi quasi il 30%, anche se si mantiene di un 6% al di sotto dei livelli di un anno fa. Un recente road show ha consentito ai vertici della società di illustrare le tendenze commerciali recenti, la diversificazione dei ricavi e gli obiettivi per il 2021, ottenendo riscontri generalmente positivi da investitori e analisti.

I giudizi degli analisti su Banca Mediolanum

Banca Imi, in particolare, ha confermato il proprio “add” (accumulare) con target price di 6,5 euro (ormai raggiunto dal titolo in borsa), apprezzando in particolare la strategia del gruppo che mira a diversificare il flusso di ricavi e fornire risultati meno volatili e la politica sui dividendi ritenuta “remunerativa e sostenibile”, con un rendimento medio atteso per il triennio 2019-2021 di circa il 6,6%.

Più prudenti gli uomini di Banca Akros che pur avendo alzato da 6 a 6,5 euro il target price hanno preferito ridurre da “accumulate” a “neutral” proprio a causa delle valutazioni già raggiunte dal titolo in Borsa.
Anche Akros apprezza comunque la politica dei dividendi e prevede che il prossimo sarà di 40 centesimi per azione (il consenso si attende 51 centesimi di utile per azione), vista anche la solidità patrimoniale del gruppo e le attese positive sulla raccolta 2019 che gli analisti hanno alzato a 4 miliardi di euro rispetto ai 3 miliardi precedentemente stimati. A livello di analisi tecnica la tendenza segnalata è rialzista sia a breve sia medio e lungo termine, con target più immediati a 6,62 e poi a 6,75 euro.

A cura di Luca Spoldi, Certified european financial analyst, ceo di 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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