L’Ism spinge il mercato

Un vecchio adagio dei trader cita “no news is good news”: ultimamente  lo scenario è stato all’incirca questo. Nessuna notizia particolarmente devastante, e nessuna notizia particolarmente entusiasmante. All’inizio di luglio ricordiamo un J.C. Trichet con le sue previsioni di un ritorno alla crescita solo nel 2010; solo tre settimane dopo dovrà forse rimangiarsi tutto. Di fatto, dal “no news is good news” siamo passati anche in territorio positivo con good news. L’IFO tedesco, un indicatore molto tempestivo, a luglio ha raggiunto il massimo da sette mesi a questa parte. Ancora più decisivo è stato poi l’uscita dell’ISM manifatturiero per gli USA (uscito a 48,9 contro un 46,5 atteso): l’ondata di ottimismo ha raggiunto nuove vette, gli “animal spirits” di keynesiana memoria stanno riprendendo vigore. I consumi si elevano, le esportazioni dell’Area Euro verso la Cina sono in aumento, e tutto questo si riflette evidentemente nel mercato FX.  Troviamo un EurUsd ai massimi da 8 mesi a questa parte, avendo infranto la resistenza posta a 1,4360. L’EurUsd è una valuta ciclica e quindi l’atmosfera di ottimismo sempre più robusto (poichè supportato anche dai dati macro in uscita) stimola la risalita: il greenback è sempre e comunque una valuta riserva che viene venduta quando c’è propensione al rischio (come in questo momento). Se poi aggiungiamo il fatto che moltissimi investitori erano strutturalmente corti Eur per il medio termine, probabilmente qualche stop sta lubrificando gli ingranaggi di questa salita. Anche lo Yen è sotto pressione, come valuta di finanziamento: carry trade come GbpJpy e AudJpy in rialzo sfrenato (dal punto di vista dell’Aud anche per via del consolidamento congiunturale professato dalla RBA che ha mantenuto i tassi stabili), ma anche AudUsd e EurJpy.  Torniamo anche sulla correlazione ancora fortissima tra mercato azionario e FX: non è un caso che l’EurUsd abbia registrato i massimi nel giorno in cui l’S&P500 supera quota 1000. Rimaniamo quindi cauti – anche se realisticamente più rilassati – e manteniamo il buon senso attivo: le correlazioni non durano in eterno.
Passando all’analisi tecnica, ieri abbiamo assistito alla rottura dei massimi precedenti a 1.4340 e siamo ancora al di sopra di essi. Nel breve periodo, la tenuta dei nuovi supporti potrebbe essere propedeutica per una giornata di consolidamento all’interno del range compreso tra di essi ed i massimi di ieri. Estendendo lo sguardo ad un più esteso lasso di tempo occorre individuare dei livelli di supporto sui quali poter aprire posizioni lunghe di euro e l’area più indicata sembra essere 1.4220. Anche ieri, notare, il dollaro si è indebolito sull’uscita di un buon dato macro.

Per quanto riguarda il dollaro yen, sempre con un ottica di medio periodo, appare interessante il livello intorno a 95.75, area di resistenza che se rotta potrebbe aprire la strada per 96.80, fascia alta del canale di regressione lineare ribassista costruita a partire dallo scorso 6 aprile. Propendiamo però per una tenuta di questo livello che potrebbe far vedere movimenti verso area 94.70.
Per quanto concerne eurchf segnaliamo la presenza di una buona area di supporto in area 1.5250, con obiettivi di non più di mezza figura in caso di volatilità contenuta. Attenzione, perchè il franco svizzero, così come lo yen, in queste delicate fasi di mercato ricopre il ruolo di valuta rifugio e, di fronte all’ottimismo cui sembrano godere i mercati, in caso di grandi rialzi sul lato equità si potrebbe assistere a vendite di franchi per finanziare acquisti in dollari ed in euro.

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