Poste Italiane sui massimi, il Tesoro non collocherà nuovi titoli sul mercato

Privatizzazioni all’italiana, a volte ritornano

Dopo il brusco stop all’ipotesi di un collocamento di una nuova tranche di capitale nel 2017, per Poste Italiane potrebbe nei prossimi mesi tornare d’attualità la cessione della quota finora in mano al ministero dell’Economia e finanze (il 29,26%, del valore potenziale di 3,4 miliardi). Quota che peraltro non finirebbe sul mercato, ma verrebbe trasferita a Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) nell’ambito di un piano di “dismissioni” da 10 miliardi di euro ipotizzato nel Documento economico finanziario (Def) appena varato dal governo italiano.

La notizia viene commentata positivamente dagli analisti

Perché in grado di rimuovere definitivamente il rischio di un afflusso massiccio di carta sul mercato che avrebbe potuto deprimere le quotazioni del titolo, dopo che negli ultimi tre mesi le stesse sono già salite del 25% abbondante, facendo meglio del Ftse Mib e proiettando il titolo sui nuovi massimi storici a 9 euro per azione, con un guadagno del 33% rispetto ai 6,75 euro del collocamento avvenuto nell’ottobre 2015 e del 16% rispetto ai livelli di 12 mesi fa.

Ciò nonostante per ora gli analisti sia fondamentali sia tecnici restano cauti e viste le performance già registrate da inizio anno suggeriscono più di alleggerire le posizioni in caso di nuovi allunghi che non di provare a sfruttare i ribassi per entrare sul titolo, che pure si mantiene in un trend rialzista a medio-lungo termine. A fronte di un trend di breve neutrale, le prima resistenze vengono indicate in area 9,1-9,15, mentre i supporti sono tra gli 8,85 e gli 8,80 euro per azione, con quota 8,70 sotto la quale scatterebbe uno stop loss.

Negli scorsi giorni Deutsche Bank aveva avviato la copertura sul titolo con un “buy” (acquistare) con target price a 10 euro, a fronte di un prezzo obiettivo di consenso che oscilla poco sopra gli 8,8 euro per azione. Secondo gli analisti tedeschi nell’ambito della consegna della posta si nota “il rafforzamento di successo del ruolo di Poste” in questo business, mentre anche nella distribuzione di prodotti finanziari Poste Italiane “sta aprendo le sue piattaforme di distribuzione e vuole aumentare la sua efficacia distributiva e commerciale”.

Su questo secondo punto non mancano le perplessità da parte degli analisti soprattutto in termini di “execution risk”, ma gli obiettivi fissati dal management appaiono “sufficientemente prudenti” e “vi è potenziale a lungo termine”. Qualche giorno prima anche Ubs, pur confermando una raccomandazione “neutral” aveva migliorato il prezzo obiettivo da 7,5 a 9 euro per azione, dopo aver alzato le stime 2020-2021 del 19%-20% in termini di utili per azione, per tener conto di attese sui costi più basse. Migliori previsioni che peraltro secondo il broker svizzero sarebbero già scontate nei prezzi attuali del titolo: meglio dunque monitorare l’evolversi della situazione prima di intervenire con maggiore decisione.

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