Ftse Mib, nuovo allungo ancora possibile. I titoli sotto la lente

Intervista di Davide Pantaleo (TrendOnline) a Gianluigi Raimondi, analista tecnico e co-fondatore di FinanzaOperativa.com del 12 aprile 2019

Il Ftse Mib sta mostrando qualche incertezza dopo aver lambito i 21.900 punti nella seduta di martedì. Quali le sue attese nel breve?

Guardando il grafico del Ftse Mib e in particolare l’andamento della sessione di ieri, sembra un po’ un buy the dip, ovvero occasioni di acquisto sui ribassi a Piazza Affari. Il sentiment rimane costruttivo, anche se occorre ormai fare decisamente attenzione all’ipercomprato tecnico, ma anche alle valutazioni raggiunte che per alcuni titoli sembrano davvero alte. Il Ftse Mib resta ancora inserito in un canale discendente di medio termine partito a inizio 2019.
Con la tenuta dei 21.500 punti ieri, e ancor più dei 21.390 punti, dove passa al momento la media mobile a 21 sedute, che funge anche da supporto dinamico, l’impostazione del mercato resta rialzista. Nelle prossime giornate potremmo anche assistere ad un superamento della soglia dei 22.000 punti, con successivi target a 22.230 punti prima e in seguito in area 22.500. Una volta raggiunti eventualmente i 22.500 punti, sarà essenziale una fase laterale di consolidamento non di brevissimo termine, ma di più ampio respiro. Da non escludere inoltre che in caso di approdo in area 22.500 potremmo assistere a delle prese di beneficio anche serie per il Ftse Mib. Al ribasso sarà da monitorare con attenzione la soglia dei 21.390 punti, dove andrà fissato anche lo stop loss per le posizioni long, visto che è il primo supporto di rilievo per l’indice.

Dopo una mattinata in calo Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno invertito la rotta ieri, chiudendo gli scambi in rialzo. Quali strategie ci può suggerire per questi due bancari?

Unicredit ieri ha generato prima un segnale ribassista, incrociando al ribasso la media mobile a 21 sedute che passa a quota 11,8 euro. In seguito questo livello è stato riconquistato e il titolo si è spinto nuovamente in direzione della resistenza statica di breve termine a 12/12,3 euro. Oltre questo livello Unicredit potrebbe allungare ulteriormente il passo verso i 13 euro e dopo un eventuale fase di consolidamento spingersi in direzione dei 13,4 euro. Lo stop loss per il titolo andrà posizionato a 11,45 euro, ma personalmente vedrei bene Unicredit solo in caso di superamento confermato di area 12,3 euro.

A differenza di Unicredit, ieri Intesa Sanpaolo non ha incrociato al ribasso la media mobile a 21 sedute che passa al momento a quota 2,2 euro. Dopo aver testato questa soglia il titolo ha beneficiato di un rimbalzo tecnico e questo mi spinge a considerare Intesa Sanpaolo meglio impostato di Unicredit dal punto di vista tecnico. Considerando anche il fatto che il titolo è graficamente inserito in un canale ascendente dall’inizio di febbraio scorso, al rialzo i prossimi target li individuo a quota 2,32 euro prima e in seguito a ridosso dei 2,4 euro. Per Intesa Sanpaolo ci sono ancora margini per aprire posizioni long, a patto che le stesse siano accompagnate da uno stop loss a 2,2 euro, visto che l’incrocio al ribasso di questa soglia non sarebbe positivo per il titolo.

Prysmian ieri ha subito un crollo verticale dopo il sell-off di martedì. Meglio stare alla larga da questo titolo ora?

Prysmian sta pagando pegno ai ripetuti problemi riscontrati per il cavo Western Link.
Dal punto di vista tecnico un segnale decisamente negativo è stato dato dalla violazione del supporto statico a quota 16,2 euro, dove è stato lasciato aperto un ampio gap ribassista.  I corsi sono scesi così a ridosso del minimo segnato a dicembre scorso in area 14,7 euro, da cui però hanno accennato una reazione. Se l’area dei 14,7/14,6 euro dovesse dimostrarsi un valido sostegno, potremmo anche assistere, se non ad una decisa ripresa, quantomeno ad una fase di consolidamento laterale che potrebbe anche essere il preludio della chiusura del gap ribassista di cui ho parlato prima. Il titolo in tal caso potrebbe anche riportarsi al di sopra della soglia dei 16 euro, ma eventuali operazioni long su Prysmian andranno corredate da uno stop loss molto rigido sotto quota 14,6 euro.

CNH Industrial ieri ha dato vita ad un bel rialzo dopo il calo delle due sessioni precedenti. Qual è la sua view su questo titolo?

CNH Industrial ieri ha beneficiato di una serie di giudizi positivi da parte di alcune banche d’affari. Dal punto di vista tecnico, il titolo si è appoggiato al supporto dinamico ascendente di breve termine che coincide al momento con il passaggio della media mobile a 21 sedute a quota 9,4 euro, mentre a 9,35 euro passa la media a 50 giorni. La tenuta dei 9,4 euro favorisce un ulteriore allungo di CNH Industrial che nelle prossime sedute potrebbe superare la soglia dei 10 euro. Oltre questo livello il titolo potrebbe approdare prima in area 10,5 euro e in seguito sui 10,75 euro.

A chi volesse valutare l’apertura di posizioni long su CNH Industrial, consiglio di fissare uno stop loss sotto i 9,35 euro.

Cosa può dirci in merito al recente andamento di Campari e quali le indicazioni per le prossime sedute?

Campari dopo aver confermato la tenuta della media mobile a 21 sedute che transita a quota 8,6 euro, ieri ha oltrepassato la trendline discendente di breve termine a quota 8,7 euro. Questo favorisce la continuazione dell’uptrend di fondo con primo obiettivo a 9,11/9,12 euro prima e a 9,2/9,25 euro in seguito. A chi volesse acquistare Campari suggerirei di fissare uno stop loss sott quota 8,6 euro.

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