BCE più dovish del solito?

I dati macroeconomici europei non hanno superato di molto le aspettative di mercato, così come fatto da quelli inglesi, ma aiutano comunque a costruire un quadro generale leggermente positivo che introdurrà i meeting che le due Banche Centrali effettueranno durante la giornata odierna.
La situazione inglese la conosciamo e le decisioni che verranno prese sono altamente scontate dal mercato: tassi fermi e commenti di varia natura sulla situazione generale con Quantitative Easing molto probabilmente fermo. Anche per l’istituto di Francoforte le decisioni sembrano essere scontate, ma occorre fare una riflessione ulteriore. Nonostante infatti la recente serie positiva, la decisione potrebbe rendersi particolarmente delicata a causa della rottura avvenuta durante le ultime sessioni di trading delle resistenze di EurUsd. Il che è un problema per l’economia europea e potrebbe diventare un problema ulteriormente grave. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, la valuta unica si ritrova sopravvalutata in un range compreso tra lo zero ed il quindici per cento, e tale situazione è deleteria per gli esportatori, che, a meno che siano riusciti a costruire delle ottime strategie per la copertura del rischio di cambio (ci chiami chi è interessato a conoscere i nostri modelli import-export), vedono erodersi la maggior parte dei margini aziendali. E la preoccupazione maggiore è che questo recente rafforzamento sta avvenendo prima e ad un tasso di sviluppo maggiore del necessario. Sempre in un articolo del FMI (il numero IV pubblicato la settimana scorsa), troviamo il suggerimento alla BCE di agire sui tassi utilizzando il poco spazio di manovra rimasto. A tal proposito è interessante notare come il Presidente Trichet non abbia mai fatto riferimento alla soglia dell’1% come floor del tasso di riferimento, ma noi crediamo che un’azione del genere non avverrà. I motivi sono sostanzialmente tre: il cambio EurUsd è vero che si ritrova sopravvalutato rispetto al fair value calcolato dalla maggior parte degli analisti, ma noi pensiamo che la BCE non sia ancora in fase di allerta circa questa problematica; in secondo luogo, una manovra inaspettata (che sarebbe efficace in una fase normale del ciclo economico) creerebbe panico sui mercati ad un aumento di volatilità ed in un momento del genere ci sembra non sia gradito da nessuno degli attori; infine, non dimentichiamoci che ci si è già rivolti allo strumento del  Credit Easing, che insieme al Quantitative Easing identificano gli ultimi strumenti a disposizione di una Banca Centrale. Triche potrebbe invece agire sul tono della conferenza stampa, che potrebbe risultare decisamente più dovish delle ultime volte: se così fosse assisteremmo ad una probabile diminuzione dell’interesse per gli yield europei ma di contro potremmo assistere ad un ridimensionamento del livello di EurUsd. Passando all’analisi tecnica non si può non notare il momento di equilibrio che è riuscito a trovare il cambio eurodollaro.

Dalla rottura infatti di lunedì, della resistenza fondamentale a 1.4340, il cambio è confinato nei pressi di 1.44 figura in un range compreso fra 1.4360 e 1.4440. Va da sè che un’ulteriore rottura rialzista possa produrre un nuovo aumento della volatilità dei prezzi con target precisamene a 1.4720, il precedente massimo chiave. Sino a che però il mercato non propenda per una o l’altra parte può avere senso, ovviamente nel breve, continuare a sfruttare i due livelli di resistenza e supporto.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: