Azioni, atteggiamento ancora ottimista

A cura di Stefan Rondorf, Senior Investment Strategist, GlobalEconomics & Strategy di Allianz Global Investors

A fine 2018 gli investitori erano molto preoccupati per lo scenario di rischio, ovvero l’imminente rallentamento economico, ma tali timori si sono affievoliti da tempo. Per i prossimi trimestri si prospetta anzi uno scenario positivo, che non prevede la volatilità di mercato tipica dell’ultima fase del ciclo. Questa visione ottimistica si basa su una serie di sviluppi e/o speranze:

1) Politica monetaria. Nonostante la vivacità del mercato del lavoro e il maggiore utilizzo della capacità produttiva, la Federal Reserve, ovvero la prima Banca Centrale mondiale, è restia a ritirare le misure di sostegno all’economia. Uno dei motivi è il timore per il calo delle aspettative di inflazione a lungo termine. Attualmente diverse autorità monetarie sottolineano spesso che l’obiettivo di inflazione del 2 % dovrebbe essere applicato in modo simmetrico. Ciò significa che la fase di inflazione inferiore al 2% degli ultimi anni dovrebbe essere seguita da un periodo di aumento dei prezzi superiore al target. Se si è disposti a tollerare per un po’ un certo surriscaldamento dell’economia, si può perseguire una politica espansiva più a lungo del normale. Secondo questa chiave di lettura, il ciclo economico potrebbe durare più a lungo di quanto ci si aspettasse qualche mese fa.

2) Accelerazione della crescita ciclica. Dopo tre trimestri di dati sul PIL deludenti in molte aree geografiche, si spera nelle misure di stabilizzazione della crescita in Cina e nella fine degli effetti straordinari negativi in Europa, ad esempio nel settore auto tedesco. Gli ultimi dati cinesi (maggiore crescita dell’offerta monetaria, ripresa del Purchasing Managers’ Index), in particolare, sembrano dare ragione agli ottimisti. Il nostro modello di stima della probabilità di recessione a 6 mesi indica infatti un rischio molto basso, nell’ordine del 6% (cfr. Grafico della settimana). Analogamente, le revisioni al ribasso delle stime sugli utili aziendali da parte degli analisti evidenziano un rallentamento rispetto al mese di febbraio.

3) Minori rischi politici. L’eventualità di una Brexit disordinata è esclusa, almeno nell’immediato, e dal fronte sino-americano giungono segnali di distensione.

Questa settimana usciranno diversi importanti indicatori del sentiment, fra cui il PMI preliminare del Giappone (martedì), l’Ifo tedesco, l’indicatore del clima economico in Francia (mercoledì) e l’indice della fiducia dei consumatori americani (venerdì). Negli Stati Uniti sono inoltre previsti i dati sul mercato residenziale (lunedì e martedì), sui nuovi ordini di beni durevoli (giovedì) e la stima iniziale sul PIL del primo trimestre (venerdì). Saranno così messe alla prova le speranze di un miglioramento dello scenario. Giovedì si riunirà la Banca Centrale del Giappone.

I mercati azionari, probabilmente, si concentreranno sulla pubblicazione dei bilanci del primo trimestre di numerose società di alto profilo. Tuttavia, gli analisti si aspettano un lieve calo degli utili rispetto all’ottimo trimestre dell’anno scorso. Soprattutto, occorre un miglioramento delle prospettive per sostenere il recente aumento delle quotazioni azionarie.

Dato il forte rialzo dei listini azionari da inizio anno, gli investitori mostrano già un certo ottimismo. Secondo i sondaggi, però, molti sono ancora cauti. Ciò significa che potrebbero ancora decidere di investire in caso di sorprese positive

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