Sudafrica, le elezioni saranno il punto di svolta?

A cura del Global Emerging Markets Equity Team di Mirabaud Am

Quando lo scorso anno Cyril Ramaphosa era salito al potere, le aspettative sul nuovo presidente erano alte, al punto che i media e gli investitori avevano coniato il termine “Ramaphoria” per descrivere proprio lo stato di euforia formatosi attorno al nuovo leader. Da allora, tuttavia, i progressi sono stati lenti, le condizioni economiche del Paese sono ulteriormente peggiorate ed è esploso il dibattito sul controverso provvedimento adottato dal governo locale sull’espropriazione delle terre.

Il Sudafrica si trova ancora una volta ad affrontare un momento cruciale della sua storia: presto dovranno essere compiuti passi radicali e dovranno essere adottate importanti riforme, altrimenti il Paese rischia di scivolare ancor di più in un ciclo perpetuo di crescita anemica, di scarsa offerta di servizi, di corruzione e di ingerenza dello Stato negli interessi del settore privato. La chiave di tutto ciò saranno le elezioni generali che si svolgeranno a maggio.

Il partito dell’African National Congress (ANC) al potere ha subito perdite sequenziali nelle ultime due tornate elettorali. La vittoria alle elezioni non è in discussione, ma il margine con cui avverrà inciderà sulla capacità di Ramaphosa di dar vita al governo che vuole e quindi di guidare le riforme necessarie. Di recente il partito dell’Alleanza Democratica all’opposizione aveva minacciato di prendere una quota significativa dell’elettorato dell’ANC, ma da allora sono stati tormentati dalle lotte intestine e dalla disastrosa gestione dell’emergenza siccità a Città del Capo lo scorso anno. Uno dei temi chiave al momento resta il disegno di legge del governo sull’espropriazione senza indennizzo delle terre (Land Expropriation without Compensation – LEWC), che ha iniziato il suo iter di approvazione nell’Assemblea Nazionale. Chi si oppone al disegno di legge teme che possa minare i diritti di proprietà e scoraggiare gli investimenti.

Il Sudafrica ha un disperato bisogno di investimenti e di fiducia delle imprese per risolvere i suoi problemi economici, e Ramaphosa e i suoi alleati ne sono pienamente consapevoli. La realtà è che una legge sull’espropriazione mal attuata potrebbe essere devastante per le prospettive di investimento per il Paese recando pochi benefici a livello sociale. È una situazione delicata, ma riteniamo che la nuova amministrazione sarà in grado di gestirla adeguatamente, soprattutto perché gran parte del dibattito si è concentrato fino ad oggi sulla ridistribuzione dei terreni di proprietà statale e delle terre libere.

Per il nuovo governo è un compito difficile ma estremamente complesso da gestire. Le sfide che il paese deve affrontare sono significative, ma dove c’è il rischio ci sono anche delle opportunità. Mentre la maggior parte delle aziende sta lavorando duramente per difendere il proprio business e resistere alla tempesta, altre stanno performando bene – conquistando quote di mercato dalla concorrenza, sfruttando nuovi mercati, aumentando i margini e investendo.

La nostra sensazione è che il nuovo governo comprenderà appieno che per dare impulso al PIL in Sudafrica, è necessario promuovere riforme materiali, attrarre IDE, ridurre la disoccupazione e, in ultima analisi, sradicare la corruzione. Restiamo cautamente ottimisti sul fatto che, nonostante le sfide macro, si possa continuare a trovare opportunità interessanti in aree selezionate.

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