Azimut non prende parte al risiko di settore, il mercato apprezza

Il risparmio gestito italiano continua a risentire delle incertezze normative che di fatto hanno portato allo stop dei Pir e di quelle di mercato che, nonostante il rimbalzo primaverile, hanno indotto molti investitori ad alleggerire le posizioni soprattutto sui prodotti azionari. Così marzo, secondo i dati di Assogestioni, si è chiuso con una raccolta netta negativa di 579 milioni di euro complice 1,2 miliardi di disinvestimenti netti dai fondi azionari (oltre che 760 milioni di disinvestimenti netti dai fondi monetari e 740 milioni da quelli flessibili).

Dati che per la verità non sembrano influenzare particolarmente l’andamento del titolo Azimut Holding, che nelle ultime sedute di aprile ha guadagnato il 4,65% salendo a 18 euro per azione e riportandosi in terreno positivo anche a 12 mesi (+3,27%), oltre a proseguire il rally di inizio anno (+89% da inizino 2019, +57,8% negli ultimi tre mesi).

Per ora Azimut resta fuori anche dai giochi per l’ulteriore “risiko” del settore

La società non pare interessata né a Kairos Partners, messa sul mercato da Julius Baer e a cui, sebbene con qualche riserva sul prezzo (il venditore cerca di ottenere non meno di 450 milioni di euro, i potenziali acquirenti starebbero puntando a una valutazione più conservativa di 300 milioni) guarderebbero Mediobanca, Natixis, Pictet e alcuni fondi di private equity, né ad Arca, che piace ad Anima che a sua volta potrebbe però diventare una preda più che un polo aggregante visto il calo registrato dal titolo (-40,6% a 12 mesi) la cui capitalizzazione vale ora circa la metà di quella di Azimut (poco più di 1,3 miliardi contro poco meno di 2,6 miliardi).

In assenza di particolari novità, negli scorsi giorni Equita Sim ha alzato il prezzo obiettivo su Azimut da 17 a 18,2 euro, confermando la raccomandazione “hold” (mantenere in portafoglio). Gli analisti, “considerando la raccolta e la performance dei mercati” hanno anche alzato le stime di utile netto del 21% sul 2019 e del 4% sul 2020. Quanto ai dati sul primo trimestre 2019, che saranno resi noti il 9 maggio, gli esperti di Equita Sim prevedono un utile netto a 88 milioni di euro rispetto ai 26 milioni dello stesso periodo del 2018, dopo che il presidente Pietro Giuliani in un’intervista ha ribadito di attendersi un utile netto superiore a 300 milioni nel corso dell’intero 2019.

Proprio la forte performance già registrata da inizio anno motiva peraltro la cautela di analisti e gestori sul titolo: il target price medio (16,1 euro) è rimasto parecchio indietro rispetto alle quotazioni correnti, così su 12 report sul titolo metà indica un giudizio “hold” mentre tre indicano un giudizio “outperform” (farà meglio del mercato), due un “buy” (titolo da acquistare) e uno un “sell” (vendere). Più ottimisti gli analisti tecnici che segnalano uno “strong buy” a breve termine, col titolo che pare in grado di spingersi almeno in area 18,4-18,5 euro, migliorando così i massimi degli ultimi 12 mesi.

Visione positiva anche a medio e a lungo termine, anche se gli ultimi rialzi del titolo non sono stati accompagnati da volumi, che sono anzi apparsi in calo, cosa che potrebbe indicare una perdita di forza del movimento in atto. Mantenendosi per ora il prezzo sopra la media mobile a breve termine e quest’ultima sopra quella a lungo termine il trend resta tuttavia ben definito e positivo, consentendo dunque di cercare di approfittare di eventuali giornate di debolezza per aprire o arrotondare le posizioni su Azimut.

A cura di Luca Spoldi, Certified european financial analyst, ceo di 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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