Macro: “Non è tutto oro quel che luccica”

I dati economici migliori del previsto e le aspettative suscitate dalla politica delle Banche centrali, nonché da un possibile accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti, continuano a dare slancio ai mercati. “Ma occorre non farsi prendere da eccessivo ottimismo e spensieratezza“, avverte Christian Nolting, CIO Globale di Dws, che di seguito dettaglia la propria view.

La favola del poeta Robert Southeyin cui Riccioli d’Oro mangiava con gusto una minestra non troppo fredda né troppo calda è diventata un’allegoria a cui gli investitori ricorrono per descrivere un quadro economico in cui la temperatura degli investimenti si mantiene gradevole. Un’espansione economica moderata crea una temperatura tiepida quanto basta per alimentare i rialzi degli investimenti a rischio, ma senza raggiungere un grado di ebollizione tale da imporre interventi drastici per raffreddare l’economia. La pubblicazione di alcuni dati economici recenti e l’atteggiamento chiaramente accomodante della Federal Reserve e di altre Banche centrali hanno suscitato la speranza di tornare a vivere in un’atmosfera incantata, come forse accadde nel 2017, e di poter approfittare di ulteriori rialzi delle Borse.

Ma questa aspettativa presenta diversi punti deboli

Il primo sono i dati economici in chiaroscuro: l’occupazione negli Stati Uniti resta alta, ma ad esempio l’aumento del PIL nel primo trimestre è ampiamente attribuibile alla ricostituzione delle scorte, mentre l’indice ISM manifatturiero mostra una tendenza costantemente ribassista. Nonostante il leggero aumento del PIL e dell’indice PMI dell’Eurozona, una ripresa sostenuta ancora non si profila all’orizzonte. Può darsi che l’economia cinese abbia già raggiunto il punto di massima contrazione (una convinzione che negli ultimi tempi ha acceso l’euforia degli investitori), ma le quotazioni sembrano aver già scontato molti eventi favorevoli futuri. In altre parole, pur confermando l’ottimismo sulle azioni cinesi nel medio e lungo periodo, potrebbe essere opportuno un temporaneo ridimensionamento tattico di questi titoli nei portafogli.

Inoltre è evidente che restano irrisolte numerose problematiche che alla fine del 2018 contribuirono a innescare la flessione delle Borse. La speranza che si materializzi un accordo commerciale preliminare sino-statunitense potrebbe avverarsi, ma anche se così fosse, difficilmente si risolverebbero gli attriti di fondo esistenti tra i due contendenti, e anche i contrasti commerciali tra Stati Uniti ed Europa potrebbero riaccendersi. Il recente deprezzamento del won coreano deve ricordarci che le controversie commerciali hanno un costo anche per gli altri mercati. Tornando all’Europa, la questione della Brexit è stata temporaneamente rinviata, ma potrebbe ripresentarsi. Inoltre, non possiamo trascurare le imminenti elezioni europee.

 

 

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