L’arte dello sfumato in Borsa

“Il 2 maggio ricorrevano i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il maestro della tecnica pittorica detta sfumato. A modo loro gli hanno reso omaggio le pubblicazioni economiche della settimana da cui emerge un quadro in cui si fondono impercettibilmente gli sviluppi positivi e negativi”, afferma Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier, che di seguito spiega la propria view.

Infatti, l’indice delle attività manifatturiere negli Stati Uniti pubblicato mercoledì scorso rifletteva un settore industriale in declino, a 52,8 contro 55,3 precedentemente (e 56,6 a fine gennaio), penalizzato da alcune componenti molto deboli (prezzi pagati a 50,0; nuovi ordini a 51,3; importazioni a 49,8).

Per contro, sia la fiducia dei consumatori (129,2 contro 126,8 previsti) sia i dati del mercato del lavoro si sono rivelati molto solidi: sono stati creati 263.000 nuovi posti di lavoro non agricoli contro 190.000 previsti, il tasso di disoccupazione è sceso al 3,6% (contro una previsione al 3,8%) mentre l’inflazione salariale è rimasta moderata al 3,2%. Il quadro ideale per gli investitori!

In Europa, si osserva lo stesso sfumato

La crescita del PIL è stata leggermente superiore alle attese in Francia e nell’Eurozona (rispettivamente +1,1% e +1,2%). Per giunta, da una valutazione finale dei PMI manifatturieri europei emerge una ripresa in Francia e in Italia rispetto al mese precedente, che è stato certamente poco brillante. D’altra parte, l’industria tedesca sta sprofondando sempre più in territorio recessivo (44,4 contro 44,5 in precedenza). Questa volta, a trainare la Germania è l’Europa meridionale…

La riunione della Fed che si è conclusa mercoledì 1° maggio è stata anch’essa ambigua: l’istituto riconosce certamente il basso tasso di inflazione negli Stati Uniti anche se lo attribuisce a fattori “transitori”. La banca centrale, che non sta considerando alcun nuovo stimolo monetario in questo momento, ha così deluso il mercato. La prossima riunione di giugno dovrebbe permettere di capire se questi fattori sono destinati o meno a durare.

Fortunatamente, i risultati trimestrali delle aziende offrono un quadro più leggibile

Nel complesso, sono – come al solito – al di sopra delle aspettative degli analisti che le avevano decisamente abbassate negli ultimi tre mesi. Un esempio emblematico: Apple, l’azienda più cara al mondo che si alterna con Microsoft, ha assistito a un netto rialzo delle sue quotazioni visto che, nonostante rallentino le vendite del suo prodotto di punta, l’iPhone, l’offerta di servizi sta crescendo più velocemente che mai.

In Europa, alcuni titoli trascurati sono stati rassicuranti, tra cui le banche francesi. Bnp Paribas ha sorpreso positivamente grazie ai ricavi dell’investment banking mentre Societé Générale, certamente in calo nel retail banking, sta rafforzando il suo patrimonio netto. Un altro esempio sono le reti televisive TF1 e M6 che hanno dimostrato di resistere bene ai canali alternativi di diffusione pubblicitaria.

Nel complesso, il settore manifatturiero globale sta attraversando una situazione delicata ma il settore dei servizi tiene. Finché quest’ultimo resisterà, la Borsa continuerà a tirare. Bisogna soltanto stare attenti all’effetto contagio…

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