Effetto Greenback

 L’effetto farfalla si estende anche al mondo della finanza: parliamo un attimo dell’effetto “Greenback”, di queste emissioni di dollari. E’ vero che Fed e governo, da bravi “medici” hanno accolto nella sala operatoria il paziente terminale chiamato “economia” e hanno operato con diligenza somministrando le cure in maniera – sembra – adeguata. Ma ora il paziente è uscito dalla sala operatoria e procede verso una lenta ma sostenibile guarigione. Eppure le grandi dosi di “farmaci” vengono ancora somministrate ed è ora di parlare di squilibri. In effetti molte problematiche delle “cure” somministrate sono ancora latenti e “invisibili”, ma guardiamo da un punto di vista storico la situazione attuale: nell’epoca moderna il deficit di bilancio USA (rapportato al PIL) ha raggiunto il 6% al massimo…mentre ora siamo al 13%. Questo significa che l’ammontare netto di debito pubblico sale al 56% in rapporto al PIL. E’ vero che noi a casa nostra abbiamo un debito attorno al 112% del PIL, ma il messaggio sottostante è la instabilità finanziaria dell’economia che fino ad ora è stata la “locomotiva” mondiale. Insomma ci sono certi squilibri che vanno colmati. Detto questo, analizziamo brevemente i dati di ieri: lo ZEW è uscito migliore delle attese e l’area euro quindi sorprende per la notevole stabilità (secondo noi dovuto molto al grande risparmio privato per cui gli europei  propendono. I dati sui prezzi alla produzione e sulle vendite di nuove case sono uscite molto peggiori delle attese negli USA ma non facciamo dell’allarmismo gratuito: nei prezzi alla produzione ci sono anche prezzi energetici e alimentari che, è risaputo, sono ciclici e quindi dopo i rialzi della prima parte dell’anno hanno ceduto terreno e tutti gli indicatori di inflazione (PPI, CPI) ne hanno risentito nello stesso modo. In effetti i prezzi alla produzione core (quindi depurati del paniere energetico e alimentare ) sono usciti in linea con le attese. Per quanto riguarda le vendite di nuove case, è emerso come gli acquisti di residenze unifamiliari sono saliti in maniera consistente mentre le problematiche sono aumentate per le residenze multifamiliari (condomini, appartamenti, ecc.).

Sostanzialmente la disoccupazione USA in aumento (siamo al 10% quasi) sta prendendo il posto dei subprime come artefice del blocco del mercato immobiliare. Ma di nuovo, niente di preoccupante: c’è un trade-off tra inflazione e disoccupazione. Ora abbiamo un tasso di inflazione pari a 0% circa, e quindi significa che la crescita non c’è, i consumi sono rallentati, non c’è circolazione di moneta e quindi dal lato delle imprese non c’è assunzione, anzi c’è ricerca di efficienza e di produttività pro-capite esagerato. Guardiamo sempre l’aggregato in maniera dinamica, e non il singolo dato in sé.

GbpJpy – Grafico a 10 min

Passiamo dunque all’analisi tecnica dei mercati. Oggi la giornata si apre all’insegna della volatilità e dell’indecisione. In effetti la giornata è priva di dati macroeconomici sostanziali se escludiamo magari il tasso di inflazione canadese in uscita alle 13:00. Dunque tutti a guardare future su Dow e Nasdaq oltre ovviamente a prendere atto della borsa di Shanghai. Dunque siamo sempre in range se guardiamo i grafici daily ma scendiamo a breve termine per vedere i livelli di oggi. L’EurUsd sarà ancora in ballo tra 1,4090 e 1,4160 e quindi occhio a breakout da questi livelli. Essendo in range è facile farsi ingannare dalla volatilità notevole (anche se la liquidità tornerà nel mercato la settimana ventura). Dunque meglio passare ad un time frame più lungo (magari già il 60 minuti) per avere un quadro un attimino meno mobile. GbpJpy si apre in un range più stretto anche se risente parecchio l’influenza di future sulle borse USA e della volatilità sui mercati asiatici e quindi stiamo attenti ai movimenti da 155,30 a 157,20.

Per quanto concerne UsdCad può uscire un dato sul CPI potenzialmente inferiore alle attese e quindi il Cad potrebbe perdere qualcosa in giornata. Però questo rally di prima mattina può essere già buono per prendere profitti nel caso si avesse già una posizione aperta. Il limite dell’up-side del UsdCad comunque si ferma a 1,1170 e si spazio ce n’è rimasto poco.  Come sempre, per analisi su altri cambi non esitate a chiamarci di persona. Seguiteci anche su Class CNBC alle ore 14.30 con le analisi dei mercati in diretta.


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