Continua il range estivo

 Allora si potrà pensare che qualcosa possa muoversi direzionalmente, soprattutto visto il fatto che mai come ora il mercato sembra essere correlato ai movimenti borsistici. Soprattutto ora che molti autorevoli analisti cominciano a parlare della possibilità di una correzione abbastanza importante sul lato equity, è importante cercare di tenere delle pallottole da sparare al momento opportuno, magari ritardando l’ingresso di qualche decina di punto, ma riuscendo ad entrare in posizione con un buon grado di confidenza, per cavalcare il possibile rally. Ora come ora invece si potrebbe fare trading guardando soltanto l’andamento dei futures sugli indici americani e degli stessi indici dopo l’apertutra di Wall Street: con indici positivi vendere yen e franchi (soprattutto la correlazione si mostra forte sulla divisa nipponica) e viceversa. La correlazione al rischio dunque continua a fare da market mover e il mistone di dati macroeconomici buoni/cattivi non aiuta di certo a fare chiarezza sulla possibile evoluzione futura. Le nostre idee le leggete ogni giorno, ma per dovere di cronaca vogliamo riportare in queste righe quanto scritto su un report che girava tra i desk qualche giorno fa. Questo elaborato non screditava quegli analisti che sostengono che le luci in fondo al tunnel non sono quelle di un altro treno che sta per entrare in galleria, ma metteva a confronto alcuni indicatori europei (soprattutto quelli legati all’evoluzione dei prezzi e dell’inflazione, fattori determinanti per comprendere se ci potrà essere una ripresa o meno) con quelli del Giappone, quando si trovò di fronte allo scoppio della bolla immobiliare (forse la crisi più simile, e comunque più recente, oltre a quella che stiamo attraversando). Senza tirarla per le lunghe e riportare dati su dati, il report sosteneva che potremmo vivere un’evoluzione simile a quella del decennio successivo allo scoppio di tale crisi, ovvero un lungo periodo di deflazione e crescita nulla o quasi. Noi prendiamo atto della view e facciamo due considerazioni: la prima riguarda la tipologia del movimento degli indicatori, che seppur simile, all’inizio è stato molto più violento in Europa; la seconda riguarda le medicine somministrate dalle rispettiva Banche Centrali, che hanno visto una risposta molto più decisa delle autorità di casa nostra rispetto al ritardo e all’inadeguatezza dell’entità delle manovre messe in atto dalla Bank of Japan a suo tempo. Gli interventi potrebbero far si che tutto si risolva per il meglio, chiaramente non da un giorno all’altro, ma il sentiment non è poi così cattivo.

Intanto sui mercati i movimenti ci sono, le possibilità di fare trading intraday si presentano più volte in giornata, ma la mancanza di liquidità consiglierebbe di assumere posizioni non strategiche e soprattutto a leva bassa, in quanto la possibilità di vedere un mark to market molto volatile c’è, e come si sa i margin call non sono mai piacevoli da ricevere. Forse un consiglio che si potrebbe dare, al fine di evitare di rimanere in balia di questa volatilità estiva, è quello di allungare un po’ i time frame di analisi, spostandosi su grafici dalla mezzora in su.

I livelli da tenere d’occhio sono facilmente individuabili, una volta individuati i vari non bisogna avere timore di vendere su ogni rialzo e di comprare su ogni ribasso del time frame scelto, tenendo d’occhio divergenze rialziaste e ribassiste che stanno funzionando particolarmente bene in questa fase di mercato, e posizionando degli stop sopra i massimi precedenti in caso di sell o sotto i minimi precedenti in caso di buy in modo tale da togliersi il problema di rimanere invischiati in movimenti di mercato inaspettati che potrebbero comunque manifestarsi visto le caratteristiche del periodo.

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