Gedi sale grazie a Persidera, si può provare a fare trading

Gedi, gruppo editoriale nato a fine 2017 dalla fusione tra le attività editoriali del gruppo De Benedetti (La Repubblica e L’Espresso), Agnelli (La Stampa) e Perrone (Il Secolo XIX) e alcune testate locali ex Finegil, potrebbe vivere una seduta a leone oggi a Piazza Affari. D’intesa con Telecom Italia (Tim), il gruppo ha infatti concluso un accordo vincolante con F2i e Ei Towers per per la cessione della propria partecipazione, pari al 30% di Persidera, leader italiano nelle reti di trasmissione del segnale televisivo digitale terreste.

L’accordo, che gli analisti di Equita Sim (“hold” con target price di 38 centesimi per azione su Gedi) giudicano positivo per Gedi nonostante una minusvalenza attesa di circa 17 milioni, prevede per Tim (socia di Persidera al 70%) un impatto positivo netto sulla posizione finanziaria netta di 160 milioni, compresi dividendi (1,5 milioni) e deconsolidamento del debito di Persidera, per Gedi di 74,5 milioni meno i dividendi percepiti nel 2019 più gli interessi (Euribor + 4%) da agosto prossimo alla chiusura dell’operazione, prevista entro fine anno.

Milioni che andranno a riduzione dell’indebitamento netto

In seguito all’accordo Persidera sarà scissa in sue società: F2i acquisirà l’intero capitale della nuova Persidera (“MuxCo”), mentre EI Towers acquisirà il 100% della nuova società di infrastruttura di rete (“NetCo”). Lo scorso anno Gedi aveva rifiutato un’offerta di Rai Way per Persidera (che Tim era obbligata a cedere per le condizioni poste dall’Antitrust Ue al via libera al controllo di Vivendi sull’ex monopolista telefonico italiano) che prevedeva una valutazione dell’Enterprise Value attorno ai 250 milioni.

L’offerta di F2i ed Ei Towers, invece, sembra aver previsto un “premio di minoranza” per Gedi dato che a fronte di un Enterprise Value di Persidera valutato pari a 240 milioni di euro per il 70% di Tim, la partecipazione di Gedi sembrerebbe essere stata pagata sulla base di un Enterprise Value leggermente superiore ai 260 milioni. Al netto di questa operazione straordinaria gli analisti fondamentali si attendono in media un fatturato di 623 milioni di euro a fine anno, con un utile ante imposte di 19 milioni, pari a 2 centesimi di utile per azione.

Sulla base di tali stime il titolo ai livelli attuali (attorno ai 30 centesimi di euro stamane, dopo un’apertura in rialzo di 5 punti percentuali) quota circa 0,23 volte il fatturato e 12,78 volte gli utili attesi, meritandosi secondo il consenso un target price di 41 centesimi per azione che comporta circa un 36% di potenziale rialzista. Gli analisti tecnici restano più prudenti e sino alla chiusura di ieri segnalavano un trend fortemente negativo sul titolo a brevissimo termine (nonostante un recupero superiore al 4% nelle ultime cinque sedute di borsa) e più moderamente negativo a breve, medio termine e lungo termine.

Visto che i primi obiettivi di una possibile inversione rialzista erano indicati in area 30-31 centesimi gli investitori più avvezzi al rischio potrebbero aprire posizioni ribassiste. Il titolo Gedi, che ormai capitalizza meno di 150 milioni di euro ed è dunque una small cap, è comunque da monitorare su base quotidiana e si presta maggiormente a operazioni di trading che non ad un inserimento duraturo in un portafoglio, non fosse altro che per il fatto che anche al ribasso i primi obiettivi sono segnalati a 28-27 centesimi con una possibile estensione del movimento a 26 centesimi per azione.

 

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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