Anima: “Prudenza a tutto tondo”

Quali le prospettive dopo l’ondata di avversione al rischio su tutti i mercati?

Lo scenario più probabile è che questa fase di incertezza si protrag­ga fino alla fine di giugno, quando i leader Trump e Xi Jinping dovrebbero incontrarsi al margine del G20 che si terrà ad Osaka in Giappone. I due Presidenti potreb­bero scegliere alla fine di allentare le tensioni, sospen­dendo almeno temporaneamente l’adozione di provve­dimenti ancora più stringenti e fornendo nuovo impulso alle trattative. Il team di gestione di Anima ritiene che un accordo sia ancora possibile, – in primis perché la scadenza delle elezioni americane si avvicina e una re­cessione costerebbe a Trump l’elezione alla Casa Bianca – anche se molto più modesto e depotenziato rispetto a quanto si sperava solo qualche settimana fa.

In Europa sono molte le questioni politiche aper­te

In occasione delle elezioni parlamentari europee, per la prima volta nella storia popolari e socialdemocratici hanno perso la maggioranza assoluta. In verità, l’avan­zata dei partiti populisti sovranisti c’è stata ma non è stata così travolgente come si temeva alla vigilia del voto: hanno conquistato circa il 30% dei voti (e senza la partecipazione del Regno Unito alle elezioni, la percen­tuale sarebbe stata inferiore). L’affermazione delle forze euroscettiche, tuttavia, non è l’unica ragione per cui è lecito immaginare che il processo di integrazione euro­pea procederà in modo ancora più lento e difficoltoso. La maggiore frammentazione del Parlamento, infatti, implica già di per sé un aumento della complessità: saranno necessari l’accordo e la disciplina di più partiti per assumere decisioni.

Nel Regno Unito, le dimissioni di Theresa May – effettive dal 7 di giugno –, dopo la vittoria del partito pro Brexit di Nigel Farage, fondato solo pochi mesi fa – e la sua proba­bile sostituzione con un Conservatore più intransigente hanno alimentato i timori di una Hard Brexit.

In Italia la volatilità è tornata a regnare

A determinare una nuova impennata del differenziale di rendimento tra Btp e Bund decennale, fino a 295 punti base, ai massimi da metà dicembre, sono state dapprima le dichiarazioni poco rassicuranti di qualche ministro sul tema della disciplina fiscale e successivamente la vicenda relativa alla lettera di ri­sposta del governo italiano alla Ue sul tema dei conti pubblici, da cui sarebbero stati depennati i riferimenti ad un taglio delle spese per il welfare.

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