Settimana di dati macro

A cura dell’Advisory di Cassa Lombarda

Nella Eurozona gli indici Pmi confermano la contrazione della manifattura e la stabilizzazione dei servizi mentre l’indice composto staziona poco sopra i minimi da oltre 5 anni. Negli Usa la manifattura è in rallentamento, meglio il comparto servizi, mentre il mercato del lavoro conferma l’ottimo stato di salute. La World Bank ha ammonito che l’economia globale sta rallentando, in parte a causa delle tensioni sul commercio internazionale, e che la dinamica di fondo risulta fragile ed esposta a rischi significativi tra cui un’ulteriore escalation degli scontri commerciali, oltre a nuove turbolenze finanziarie sui mercati emergenti. L’istituto si aspetta ora una crescita per l’anno in corso del 2,6%, rispetto a una precedente previsione del 2,9%.

 

Obbligazioni

Il Bund decennale ha toccato il nuovo minimo storico del -0,262%!! Il decennale italiano ha toccato i minimi di rendimento da maggio dello scorso anno, chiudendo la settimana al 2,35%. Gli operatori evidenziano però come il rally in atto non sia attribuibile a fattori endogeni, bensì esogeni. Innanzitutto per leaspettative di banche centrali, Fed e Bce in primis, attese estremamente accomodanti per il futuro. L’attuale compressione degli spread, con i decennali di Spagna e Portogallo in area 0,6% e quello francese allo 0%, rende appetibili i governativi italiani in un contesto di caccia al rendimento che fa tralasciare, momentaneamente, i fattori endogeni del Belpaese quali la mancata crescita, l’elevato debito e la profonda incertezza politica. Sull’ultimo punto ad esempio la querelle interna al Governo sui Mini-Bot, strumento ipotizzato per il pagamento dei crediti arretrati vantati dalle imprese verso lo Stato, su cui si è espresso anche Mario Draghi per cui se sono una moneta parallela sono illegali, se sono  titoli di debito incrementano debito e deficit.

 

Azioni

Settimana scorsa ritorno di fiamma tra gli investitori e gli assets rischiosi, con le borse Usa che hanno archiviato la miglior settimana del 2019. Il sentiment è stato favorito dall’aspettativa di un imminente taglio dei tassi Usa, rafforzata dagli ultimi deludenti dati sul mercato del lavoro e dalla decisione di Trump di sospendere l’introduzione dei dazi contro il Messico visto che il paese latinoamericano ha assicurato un maggiore controllo alle frontiere sui flussi migratori. Acquisti sui settori ciclici, utilities e oil & gas in scia al recupero del greggio, mentre rimangono indietro i titoli tech & internet su cui le autorità americane vorrebbero implementare maggiori regolamentazioni antitrust con il rischio di un possibile “spezzatino”.

 

Valute e materie prime

Dollaro Usa debole contro il basket delle principali valute controparte dopo che il presidente Fed, Jerome Powell, si è detto pronto a tagliare i tassi d’interesse qualora l’escalation della guerra commerciale dovesse influire negativamente sull’economia americana. Toni accomodanti anche dalla Bce che ha mantenuto invariati i principali tassi d’interesse (allo 0% e -0,4%) e indicato che non procederà ad alcun rialzo almeno fino a metà del prossimo anno spostando quindi in avanti di sei mesi la sua forward guidance. L’istituto ha alzato all’1,2%, di un decimo di punto, la previsione di crescita di Eurozona per il 2019 mentre ha tagliato all’1,4%, dall’1,6% precedente, quella per il 2020. Permane la recente debolezza della sterlina inglese in attesa dell’apertura dei lavori per identificare il successore di Theresa May alla guida dei Tories con l’ex sindaco di Londra Boris Johnson, e Brexiteer convinto, visto come favorito. Il petrolio ha chiuso in leggero rialzo la scorsa ottava dopo la precedente finita con un tonfo di oltre il 16%. A sostenere le quotazioni è l’ipotesi che l’Opec decida di estendere oltre giugno il taglio alla produzione accordato con nazioni come la Russia che del cartello non fanno parte. A favorire il rialzo inoltre una generalizzata propensione al rischio. Infine il numero delle trivelle petrolifere attive è tornato a scendere nell’ultima settimana toccando i minimi del febbraio 2018, -11 unità a 789.

 

Outlook

Con la stagione delle trimestrali ormai in archivio e il momentaneo quietarsi dei toni sulla guerra commerciale, l’attenzione in settimana sarà focalizzata sui dati macro. Dopo i dati di lunedì sul Pil di Regno Unito e Giappone, e quelli su importazioni ed esportazioni in Cina, martedì i riflettori saranno puntati sulla disoccupazione britannica e sull’indice dei prezzi alla produzione (PPI) negli Stati Uniti. Mercoledì saranno resi noti i dati sull’inflazione in Cina e Stati Uniti, mentre il giorno successivo sarà la volta della Germania. Venerdì sono infine previsti la produzione industriale e le vendite al dettaglio in Cina e Stati Uniti. Le Banche Centrali di Svizzera, Russia e Turchia comunicheranno le loro decisioni sui tassi. All’ Eurogruppo in Lussemburgo i ministri delle Finanze di Eurozona affronteranno la procedura d’infrazione verso l’Italia. Sul fronte commerciale attesa una momentanea calma in vista del G20 di fine mese, quando Donald Trump incontrerà il president cinese Xi Jinping, e solo dopo deciderà se andare avanti con l’introduzione di dazi al 25% su altri $300 miliardi di merci di importazione cinese.

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