Risanamento, il volo in borsa senza l'Opa

Continua a tener banco la vicenda sul salvataggio di Risanamento. Dopo l’approvazione del piano industriale 2009-2014 di ieri, in serata è arrivato anche l’annuncio della Consob. La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha esentato le banche creditrici (ricordiamo sempre [s]Intesa Sanpaolo[/s], [s]Banco Popolare[/s], [s]BPM[/s], [s]MPS[/s] ed [s]Unicredit[/s]) che si sono impegnate a ristrutturare i debiti della società immobiliare, dall’obbligo di lanciare un’Opa. Una nota della Consob, infatti, spiega come l’Autorità abbia ritenuto che ”risultano sussistenti tutti i presupposti previsti dall’art. 49 del regolamento emittenti ai fini della applicabilità dell’esenzione dagli obblighi di offerta pubblica di acquisto”.

Vedremo, quindi, se tra oggi e lunedì verrà approvato il progetto di ripatrimonializzazione del Gruppo immobiliare da parte delle cinque banche. E’ previsto per oggi pomeriggio, infatti, la riunione di Risanamento per l’approvazione della relazione semestrale redatta sotto l’ipotesi di continuità aziendale. Sulla solidità finanziaria della società, però, l’approvazione definitiva dovrà pervenire da parte della sezione fallimentare del Tribunale di Milano.

Le prospettive di salvataggio e di un aumento di capitale da complessivi 500 milioni di euro che avverrà a 0,45 euro per azione, hanno continuato a far salire il titolo di Risanamento anche durante la giornata di ieri. Il titolo ha chiuso difatti le negoziazioni in rialzo del 14% a quota 0,54 euro. Dal 3 agosto al 3 settembre, ovvero nell’ultimo mese, il titolo ha guadagnato il 57%, passando da 0,35 a 0,55 euro. Solo nell’ultima settimana, cioè dal 24 agosto (0,43 euro) al 3 settembre, il titolo ha guadagnato il 27,9%, con il massimo toccato proprio il 3 settembre a 0,60 euro.

In buona sostanza, le notizie sul salvataggio del Gruppo immobiliare continuano a fomentare gli entusiasmi delle piazze. Il piano di ripatrimonializzazione approvato ieri prevede un’iniezione cash da 130 milioni di euro di cui 94 subito come aumento di capitale, ed altri 370 milioni attraverso la conversione in equity di parte dei debiti. Nello specifico, Intesa Sanpaolo apporterà contanti per 62 milioni di euro, Banco Popolare per 31 milioni, BPM per 11,5 milioni di euro, MPS per 2 milioni ed Unicredit per 24,5 milioni di euro. Infine, le cinque banche sottoscriveranno anche fidejussioni per complessivi 73 milioni di euro.

Peraltro proprio oggi a Villa d’Esta (Cernobbio), sul salvataggio di Risanamento, Passera si ì così espresso: ”Ci sono sempre situazioni di crisi in cui sarebbe più facile far fallire le aziende, ma quando c’e’ valore, possibilità di recupero e possibilità di rilancio bisogna farlo”.

L’agenzia Asca riporta come, a chi ha fatto notare a Passera che in Risanamento lavorano soltanto 60 dipendenti, il CEO ha risposto: ”L’occupazione non e’ l’unica motivazione che puo’ giustificare la vita di un’azienda”.

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