Non è il momento di fare gli eroi, ma di navigare controcorrente

T. Rowe Price, società di gestione indipendente con oltre 1.000 miliardi di dollari di AuM, ha pubblicato l’outlook di metà anno per il 2019. I CIO di T. Rowe Price mantengono una visione cautamente positiva sui mercati globali, ma avvertono che l’escalation delle dispute commerciali ha generato notevoli rischi al ribasso per gli investitori.

I rischi globali permangono, ma le recessioni sono improbabili

Le preoccupazioni per la forza del dollaro Usa e la crescita globale sono tornate, con la maggior parte delle economie sviluppate che sta crescendo al di sotto del proprio potenziale. Il momentum degli utili ha virato in negativo in Europa e Giappone, mentre le valute stanno soffrendo per via della forza del dollaro.

L’azionario globale sembra essere relativamente a buon mercato, ma gli utili continuano ad essere deboli. La guerra commerciale sta avendo un effetto corrosivo sulla fiducia del business e sugli investimenti di capitale, in particolare nelle economie fortemente orientate all’esportazione come Giappone, Corea, Taiwan e Germania.

“Rimaniamo costruttivi sul lungo periodo nonostante il contesto di investimento impegnativo. I mercati sono vicini ai massimi e i rischi stanno crescendo, quindi non è il momento di fare gli eroi”, ha commentato Rob Sharps, CIO e Head of Investments di T. Rowe Price. “I rallentamenti non implicano necessariamente la fine del ciclo economico, dal momento che le fasi finali di un ciclo sono solitamente precedute da un’allocazione inefficiente del capitale o un ‘entusiasmo irrazionale’, che ad oggi non si sono ancora osservati”.

La trade war in cima alla lista dei rischi geopolitici

Lo stallo nella guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti probabilmente è destinato a proseguire, dato che le considerazioni politiche hanno un ruolo di primo piano. La Cina potrebbe puntare a negare un successo commerciale al Presidente Trump per comprometterne le prospettive di rielezione nel 2020 e avere la possibilità di negoziare con il suo successore. Tuttavia, la Cina potrebbe anche aver sottostimato il supporto bipartisan negli Usa verso un accordo migliore. Riuscire resistere fino al post-Trump non farà scomparire il problema.

“Sebbene i dazi siano la superficie del problema, è chiaro che la sostanza riguarda il predominio tecnologico e le questioni relative a Huawei. Per questo, non credo che vi possa essere alcuna soluzione a breve”, ha commentato Justin Thomson, CIO Equity. “Vi è un supporto bipartisan per il tentativo di ottenere una protezione realmente migliore della proprietà intellettuale e un minore trasferimento tecnologico forzato. Vi è inoltre una forte determinazione a non accettare un accordo debole, che però è l’unica opzione che è stata messa sul tavolo finora, a mio avviso”.

Mark Vaselkiv, CIO Fixed Income di T. Rowe Price, ha aggiunto: “Il Presidente Xi Jinping ha usato pubblicamente la metafora della ‘Lunga Marcia’ e i cinesi sono tenaci e formidabili. Hanno una grande capacità di resistenza e ragionano in un’ottica di lungo termine”. La Cina ha diverse opzioni per innescare un’escalation del conflitto commerciale. Tra queste, svalutare la propria moneta e impedire l’accesso alle terre rare agli Stati Uniti.

Secondo Rob Sharps, gli investitori devono “accettare che si è aperto un nuovo capitolo nelle relazioni tra Usa e Cina. Il governo cinese è consapevole che non potrà stabilire la propria agenda politica in futuro senza considerare le possibili reazioni dei partner commerciali, in particolare gli Stati Uniti”. Per l’esperto, “sarà difficile per la Cina ricoprire il ruolo di motore della crescita globale che ha avuto per decenni, soprattutto alla luce delle sfide demografiche che deve affrontare e della necessità di riformare il sistema bancario”.

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