Lehman: un anno dopo

“Una demolizione massiccia di ricchezza globale” è stato l’avvertimento l’anno scorso, quando Lehman crollava dopo il “no” della Fed al salvataggio.

Molto del terremoto finanziario provocato nei mesi a venire era dovuto alla caduta di Lehman, ed ora, un anno dopo, quali lezioni sono state imparate? A quanto pare, poche: colossi come Citigroup e Bank of America sono ancora colossi mondiali con un business model molto complesso e “rischioso” dal punto di vista sistemico. Il detto “troppo grandi per fallire” è più una scusa che una realtà.

E dunque vediamo che le condizioni sul mercato creditizio sono ancora tese, e il credito al consumo negli USA è sceso ancora, nonostante i diversi piani di stimoli per incoraggiare il consumatore americano a tornare a fare quello che fa meglio: spendere. Eppure la realtà forse è più vicina alle nostre analisi di quanto pensiamo: la ripresa non potrà poggiare esclusivamente sul consumatore americano. Anzi, il consumatore americano dovrà diventare più “europeo” e quindi elevare il tasso di risparmio nazionale.

Però ovviamente questo spaventa i mercati perché è “inconsueto” per gli USA. Dunque le domande che ora sorgono sono: quando si avrà il crollo? Quando si avrà lo storno? Quando potremmo nuovamente investire, fiduciosi di non subire immediatamente uno sciacquone? Queste sono le domande che attualmente il mercato si pone, tanto più quanto ci avviciniamo ad ottobre, il mese più “nero” dell’anno storicamente parlando. In realtà l’azionario continua a tirare, in mezzo a codeste preoccupazioni, e stiamo assistendo ad un settembre ancora in linea con gli anni scorsi (rendimenti positivi anche se di pochissimo).

Forse abbiamo veramente passato i momenti di scenari apocalittici, ma non lasciamoci a facili entusiasmi: l’oro è ancora attorno a $1000, la domanda di obbligazioni è ancora forte e quindi la domanda di “protezione” è ancora forte. Il mercato, in sostanza, rimane sensibile al rischio anche se non ha paura di investire capitale di rischio.

Finalmente possiamo iniziare a parlare dell’analisi tecnica con una novità e qualche spunto davvero interessante. Dopo che per un mese abbondante l’euro ci ha abituati ad una rara tranquillità, abbiamo assistito ieri alla rottura a rialzo. A dire il vero per circa un’ora si è pensato fosse l’ennesimo test del test di 1.4450, con ripiegamento dei prezzi sino a 1.4420, ma al secondo tentativo la massiccia esecuzione di stop ha portato il cambio finalmente una figura più su, sino a testare un massimo di 1.4535. Ora, sul breve, dopo un lieve ripiegamento sino a 1.4480 o 1.4450 (che ora chiaramente può essere considerato un supporto importante), crediamo che la direzione del cambio possa rivelarsi rialzista con il test di quel massimo di fine anno a 1.4718.

EurUsd- grafico 10 min

L’inversione del dollaro yen degli ultimi due giorni ha pericolosamente riavvicinato il cambio al supporto da considerare importante per le prossime ore di trading.

Questo si trova nell’area compresa fra 91.75 e 91.90, per cui molta attenzione va riposta ad un’eventuale rottura che lascerebbe aperta la strada, almeno graficamente, per il minimo degli ultimi anni a 87 figura, visto come figura perfetta di doppio minimimo proprio a cavallo di quest’anno.

Un dollaro yen in discesa, nonostante un cable invece indirizzato in direzione opposta, è l’unica ragione per cui il cambio GbpJpy sia riuscito a mantenersi così stabile negli ultimi giorni. Questa situazione non crediamo che durerà tanto, essendo peraltro molto vicini ad una resistenza, che grazie ad un grafico orario può essere vista per la sua importanza. Stiamo parlando ovviamente dell’area posta nei pressi a 153.55, la cui rottura non lascerebbe molte speranze ad una discesa del cambio per andare a ricercare i minimi in area 147.

GbpJpy- grafico 240 min

Accennavamo ad una risalita per il cable, ebbene, dopo una scalata di quasi 500 punti in una settimana troviamo il cambio ora alla prova di due livelli importanti: 1.6625 e 1.6670 rappresentano gli ultimi tentativi del biglietto verde per non essere travolto da una ripresa della moneta di Sua Maestà che ipotiziamo possa raggiungere nuovamente l’area di 1.70.

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