Wall Street 2: i soldi non dormono mai

Gordon Gekko, lo spietato squalo della finanza pronto a vendere tutto e tutti per il proprio ritorno economico, è tornato. Ed a vestire i suoi panni a distanza di tempo sarà di nuovo Michael Douglas. Gli anni sono passati ed i tempi cambiati rispetto al primo grandissimo cult movie, ed il mutamento da un’epoca ad un’altra è testimoniato da Shia La Boeuf (l’attore di “Transformers”), giovane emergente broker del nuovo episodio fidanzato con la moglie di Gekko, un po’ il ruolo di Charlie Sheen nel film originale (anche se Bud Fox si frequentava con la ex fiamma di Gordon, nonostante i dissensi del padre Martin Sheen sull’andare a dormire ed alzarsi con determinate figure).  

La crisi finanziaria è quella degli anni ’30, un valido riferimento ai giorni odierni, in cui il rampante giovane finanziario si ritrova con l’acqua sino al colletto bianco ed è costretto a chiedere soccorso al ‘benevole’ Gekko, uscito ormai di prigione per insider trading dopo le vicissitudini del primo Wall Street. Il sequel, che dovrebbe uscire verso fine aprile negli States, è in periodo di riprese proprio in questi giorni, sotto l’accurata regia di Oliver Stone, regista nel 1987, regista oggi.

Secondo quanto riporta Apcom, Stone ha voluto che tutto il proprio team di attori si calasse nella realtà finanziaria più infelice: il regista ha voluto che Michael Douglas incontrasse Samuel D. Waksal, fondatore della società biofarmaceutica ImClone Systems, il quale ha trascorso cinque anni di prigione per frode sull’azionario.

Nel cast anche Josh Brolin, nel ruolo di una grande banca d’affari, Frank Langella e Susan Sarandon. La sorpresa nostalgica è rappresentata anche da un cameo di Charlie Sheen. Inoltre, una parte da gestore di fondi hedge è stata riservata all’economista ex Bocconi Nouriel Roubini, professore alla Stern School of Business della New York University, uno dei primi a prevedere la crisi quando ve n’erano in effetti, tutti i segnali.

A differenza del precedente Wall Street, il sequel non si concentrerà più sul ruolo del singolo, ma coinvolgerà maggiormente gli istituti di credito ed i gestori di fondi, secondo quelli che sembrano esser stati i colpevoli dell’attuale crisi economica. A tal proposito, difatti, Roubini ha dichiarato: “In questa crisi finanziaria sono state le banche tradizionali e le banche d’investimento ad aver avuto un ruolo maggiore nel fare cose stupide molto più che gli hedge fund”.

Buona visione a tutti, stavolta l’unico denaro che perderete sarà il costo del biglietto.

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