“Ormai è indispensabile attuare delle strategie di riequilibrio dei conti con delle ambizioni realistiche, sostenute da misure strutturali concrete”, è scritto nel bollettino di Francoforte.
L’inversione da marzo di tendenza del ciclo economico non è un fenomeno certo e sostenibile, anzi rimane alto il livello d’incertezza e, se banche e governo abbasseranno il livello d’attenzione, si potrebbero creare i presupposti per nuovi ribassi economici. La prudenza deve restare alta, in quanto la ripresa economica si configura come discontinua, vista la natura temporanea di alcuni elementi che sostengono il recupero dei mercati finanziari, ma anche dei settori non finanziari.
La situazione, difatti, è lungi dall’essere soddisfacente. Per i mesi a venire, si potrebbero conoscere nuovi aumenti nei livelli del tasso di disoccupazione in Europa (a luglio salito al 9,5%), mentre la capacità produttiva rimarrà ancora bassa. Per il terzo trimestre 2009, si prevede un’ulteriore stabilizzazione dell’economia, dopo la modesta contrazione dell’Eurozona nel secondo (0,1%).
In Italia, però, la recessione sarà pesantissima: i dati preliminari dell’Istat riportano un calo dell’attività produttiva del 6% nel secondo trimestre dell’anno rispetto al periodo 2008, ed un calo dello 0,5% rispetto al primo trimestre dell’anno. Sempre peggio. Si tratta della peggiore performance mai registrata dal 1980.