Oltreoceano vs. Oltremanica

Se vogliamo dirla tutta, ieri è stata una giornata particolare: trader giapponesi fuori dal mercato, voglia di profit taking che emerge, e rialzo dei leading indicators USA (per il quinto mese di fila).

Dunque il dollaro “rischia” di meno in questo contesto, e non a caso non si mette più in discussione il ruolo del greenback come valuta di riserva. Più indiscrezioni emergono invece sulla sterlina: il deprezzamento in atto (siamo attualmente oltre 0,90 contro Euro) riflette una combinazione di cambiamenti percepiti nelle prospettive cicliche, nella rischiosità percepita nelle attività finanziarie UK e nella necessità sempre più incombente di equilibrio congiunturale. Tirando le somme emerge una disparità tra l’economia d’oltreoceano e l’economia d’oltremanica: greenshoots, fierezza nazionale e resistenza per la prima; dubbi e delusioni per la seconda.

Comunque il lavoro di Bernanke&Co. non è ancora finito: il mercato del credito è lontano dall’essere scorrevole e funzionale, e la disoccupazione comunque sta raggiungendo il famigerato livello del 10% atteso per dicembre (il che equivale ad un tasso di inflazione ancora azzerato). Questo lo sapevamo, ed è un quadro in consolidamento. Invece le buone novelle arrivano dal G20 che, a parere di molti analisti, dovrebbe parlare di rettificare gli squilibri negli scambi internazionali (e quindi nei flussi internazionali di capitale).

E’ un tema che anche su queste pagine è stato trattato in lungo e in largo nel mese di agosto, quello del riequilibrio internazionale come ingrediente chiave per avere un ripresa solida e sostenibile (che non può in effetti poggiare solo sulle spalle dei consumatori americani).  Prima di passare all’analisi tecnica, forse vale la pena citare almeno la Banca Centrale Europea: poco sotto i riflettori, poco dibattuto, ma qui in Europa sembra che di disinflazione e di inflazione ne sappiano “a palate” e riescano a condurre una politica monetaria molto più stabile rispetto ad altri…ma potremmo anche sbagliarci.
 
Passiamo all’analisi tecnica dove è difficile non notare come l’euro, nei confronti del dollaro, stia ripetendo la storia vista di recente. Il punto di equilibrio di 1.47 sembra essere complicata da superare, nonostante un tentativo ieri di rottura ribassista a 1.4650. Per la giornata di oggi attenzione alle due resistenze di 1.4725 e 1.4770 (massimo assoluto degli ultimi mesi) e al supporto di 1.4630.

UsdJpy – grafico 240 min

Interessante la situazione del dollaro yen, che abbiamo visto ieri oltrepassare la resistenza critica di 91.60.
Ora il cambio, dopo un test a 92.60 e repentina discesa, si trova nuovamente nei pressi di questo importante livello, che chiaramente rappresenta il supporto: ipotizziamo che se dovesse tenere e non essere oltrepassato potrebbe dare l’inizio alla risalita del cambio sino almeno 93 figura. L’idea è molto chiara se si osserva un grafico a 240 minuti e si traccia la regressione lineare dal massimo di agosto, a 97.75, sino al doppio minimo di 90.10.

Il dollaro, questa volta nei confronti del franco, ha lasciato sul terreno ieri circa una figura, avvicinando il cambio al supporto indicatoci dal doppio minimo del 17 e 18 settembre scorsi a 1.0270. 1.0390 è la resistenza ad una ripresa del biglietto verde.

Passando all’euro invece, sempre nei confronti della moneta elvetica, notiamo nonostante la grande stabilità degli ultimi tempi, una figura interessante: attenzione al supporto di 1.5140 che appare come neckline di un testa spalle dinamico alla cui rottura immaginiamo inizino vendite del cambio sino a rompere il supporto degli ultimi mesi a 1.5110.

Infine analizziamo il cambio EurGp che ha raggiunto ieri perfettamente il test della resistenza a 0.9080. I prezzi son ancora piuttosto stabili nei pressi del massimo degli ultimi cinque mesi ma se dovessero partire vendite ci sarebbe spazio di storno sino ad un’area nei pressi di 0.8990.

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