Atlantia in cerca del suo futuro a un anno da crollo del ponte Morandi

Occhi puntati su Atlantia nel giorno della commemorazione delle 43 vittime del ponte Morandi di Genova, a un anno dal crollo, alla presenza anche dei vertici del gruppo, in particolare dell’amministratore delegato Giovanni Castellucci (fino a pochi mesi fa ad della controllata Autostrade per l’Italia). Al di là della data simbolica, si tratta indubbiamente di un momento delicato per Atlantia e per l’intera galassia facente capo alla famiglia Benetton: la crisi di governo ha allontanato, almeno per ora, lo spettro della revoca della concessione autostradale più volte invocata dal Movimento 5 Stelle, ma resta l’incertezza, almeno fino a quando non sarà chiaro chi siederà a Palazzo Chigi nei prossimi mesi.

In un’intervista a La Stampa, il presidente di Atlantia Fabio Cerchiai sostiene che il gruppo Autostarde per l’Italia abbia investito in manutenzione più di quanto fosse obbligata a fare (5,2 miliardi di euro dalla privatizzazione a oggi) e che il progetto della Gronda sia un investimento molto importante, del valore di oltre 4 miliardi in dieci anni, ma intanto la mancanza di certezze sul destino della concessione blocca inevitabilmente ogni dossier.

C’è poi la questione Alitalia: sul Messaggero si legge che l’obiettivo dei gruppi coinvolti nel salvataggio – fra cui appunto Atlantia – è quello di rispettare i tempi nonostante la crisi di governo: anche Delta è determinato ad andare avanti, pur non nascondendo una preoccupazione per uno slittamento o una modifica del quadro. Importante, sottolinea il quotidiano romano, sarà una riunione che si terrà a fine mese negli Stati Uniti.

Ma le incertezze non sono solo legate ad Atlantia e ai suoi interessi in ambito aereo e autostradale: a dieci mesi dalla morte di Gilberto Benetton, le diverse ramificazioni della famiglia si interrogano su futuro della capogruppo Edizione. Anche se al momento non vi è nulla di ufficiale, negli ambienti finanziari si vocifera che a Ponzano Veneto ci si inizia a interrogare sull’opportunità di trovare un equilibrio per portare avanti una gestione unitaria piuttosto che procedere a una scissione dei vari business che compongono l’impero, da distribuire ai numerosi eredi della dinastia. Una partita, anche questa, che non potrà prescindere dall’esito dei tavoli legati ad Alitalia e ad Autostrade per l’Italia.

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