Dividendi globali, nuovo record ma la crescita rallenta
Al rallentamento della crescita ha fatto eco un minor numero di record: i soli paesi a segnarne di nuovi nel secondo trimestre sono stati infatti Giappone, Canada, Francia e Indonesia. A registrare la crescita più elevata sono stati i mercati emergenti, con in testa Russia e Colombia, mentre il Giappone ha riportato la migliore performance tra le regioni sviluppate. Il resto dell’area Asia Pacifico e l’Europa (Regno Unito escluso) hanno sottoperformato rispetto alla media mondiale, mentre il dato degli Stati Uniti è risultato leggermente inferiore rispetto alle previsioni di Janus Henderson. I dividendi dei titoli finanziari e del settore energia hanno riportato gli incrementi maggiori, mentre tecnologia e beni di prima necessità hanno perso terreno.
I dividendi europei hanno smesso di correre
I dividendi presentano una forte stagionalità: nel 2° trimestre gli investitori incassano il 70% annuo dei propri utili dai dividend europei. Da qualche anno i dividendi nel Vecchio continente registrano una crescita inferiore rispetto al resto del mondo, e così è stato anche nel secondo trimestre 2019. Le distribuzioni complessive sono scese del 5,3% su base annua – complice soprattutto la debolezza dell’euro – portando il nostro indice per l’Europa al livello minimo da oltre un anno a questa parte a quota 134,0. In termini di crescita sottostante, i dividendi sono saliti di un modesto 2,6% segnando il dato di gran lunga più deludente fra le regioni mondiali per il secondo trimestre. A penalizzare le distribuzioni totali sono stati alcuni consistenti tagli ai dividendi, ma anche la percentuale di società che ha aumentato i payout è diminuita.
In Italia si è registrata una crescita sottostante del 6,3%, seppure fortemente influenzata dalla recente acquisizione della spagnola Abertis da parte di Atlantia, e dal precedente annullamento dell’acconto dividendi deciso dalla stessa Atlantia alla fine dello scorso anno.
La Francia, il Paese con le distribuzioni di gran lunga più consistenti in Europa, nel 2° trimestre ha segnato un nuovo record di dividendi corrisposti toccando quota 51,0 miliardi di dollari. La crescita sottostante è stata del 5,1%, ampiamente superiore alla media europea. Tre quarti delle società francesi comprese nell’indice hanno aumentato i dividendi rispetto all’anno precedente, mentre l’unico taglio è stato operato da Edf. Meno brillante l’andamento dei dividendi in Germania: il totale ammonta a 38,5 miliardi di dollari, con un aumento del 2,4% su base sottostante in linea con la media europea. Ad aumentare le distribuzioni è stata una percentuale relativamente bassa di società tedesche (tre quinti); fanalino di coda l’industria automobilistica, dove spiccano i tagli di Bmw e Daimler. In Spagna la crescita si è attestata all’8,0% su base sottostante, l’aumento più consistente tra i maggiori paesi europei, seguita a breve distanza dai Paesi Bassi. Anche la Svizzera riporta una crescita superiore alla media, mentre in Belgio i dividendi hanno subito un calo di oltre un quarto su base sottostante, complice il dimezzamento delle distribuzioni di Anheuser-Busch InBev.
La regione Asia Pacifico (Giappone escluso) ha leggermente sottoperformato rispetto al resto del mondo nel secondo trimestre, con un totale di 43,2 miliardi di dollari di dividendi corrisposti e una crescita del 2,2% su base sottostante. Per motivi stagionali, a dominare il 2° trimestre è Hong Kong. La crescita sottostante è stata appena del 2,5% e un quarto delle società di Hong Kong comprese nel nostro indice – tra cui China Mobile – ha tagliato I propri dividendi: si tratta di una quota superiore rispetto a tutti gli altri mercati principali, a conferma del rallentamento dell’economia cinese.
In Giappone si segnalano invece dividendi record con una crescita sottostante del 6,8%, il che segnala profitti e payout ratio in aumento. A incrementare i dividendi sono stati circa tre quarti delle società nipponiche. La crescita dei dividendi in Giappone supera quella nel resto del mondo da quattro anni a questa parte, dopo una lunga fase di relativa stagnazione. Oggi i livelli sono in linea con Asia Pacifico e Nord America, le due regioni con il tasso di crescita più elevato al mondo, e tutte le tre aree evidenziano un aumento dei payout di circa il 130% dalla fine del 2009.
Negli Stati Uniti i dividendi hanno riportato la crescita più lenta degli ultimi due anni, con un +5,3% su base sottostante, attestandosi a 121,7 miliardi di dollari. Il tasso di crescita dei dividendi ha evidenziato un rallentamento in diversi settori, quasi tutti con aumenti a una sola cifra. Ad ogni modo, più di quattro quinti delle aziende hanno incrementato le distribuzioni e gli Usa si confermano nelle prime posizioni delle classifiche internazionali. Nel comparto bancario la crescita dei dividendi è rimasta elevata, mentre tutte le case automobilistiche hanno mantenuto invariati i payout riflettendo le crescenti difficoltà strutturali in cui versa il settore su scala globale.
Nel Regno Unito la crescita sottostante è stata del 5,3%, grossomodo in linea con la media globale, mentre il dato complessivo ha beneficiato di dividendi straordinari particolarmente elevati. Il principale contributo alla crescita è giunto dal settore bancario.
I dati del 2° trimestre sono risultati in linea con le attese di Janus Henderson, per cui confermiamo la stima sui dividendi a 1.430 miliardi di dollari per il 2019, pari a una crescita del 4,2% in termini complessivi e del 5,5% su base sottostante.
Il parere di Ben Lofthouse, responsabile della strategia Global Equity Income di Janus Henderson
“In questa fase del ciclo economico, molte società stanno moderando gli aumenti di dividendi e anche il numero di tagli è in aumento. Ad ogni modo le distribuzioni globali sono in forte crescita da due anni, per cui questo rallentamento non ci preoccupa. Diciamo che il tasso di crescita sottostante che prevediamo per quest’anno è in linea con la media di lungo periodo anziché ampiamente superiore. Il rallentamento dell’economia globale sta incidendo in misura maggiore in alcune aree del mondo piuttosto che in altre, e l’impatto è particolarmente significativo in Europa. Ma proprio per questo è così importante affidarsi a un approccio globale al reddito: diversificare a livello geografico e settoriale significa offrire preziosi vantaggi agli investitori”.
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