Obama, il presidente del grande rally

La borsa di New York registra rialzi inauditi da più di 50anni, la liquidità è alle stelle e a disposizione degli investitori americani ci sono circa 3,5 miliardi di dollari in contanti.
Sotto la presidenza di Barack Obama i manager hanno trovato nuova fiducia nella sostenibilità del rally, che gode di una congiuntura positiva che potrebbe protrarsi anche fino alla fine dell’anno.
Gli investitori, secondo l’agenzia finanziaria Bloomberg in collaborazione con l’Istituto di Investment Company, hanno a disposizione capitali equivalenti all’ammontare del 73% degli asset netti delle società appartenenti all’S&P 500, anche dopo la riduzione nel corso dell’anno dell’11% dei depositi a risparmio alle banche piazzati nel mercato monetario.
Questo è un ottimo risultato se si pensa che al suo apice del 2007, il mercato rialzista godeva di un potere d’acquisto del 62%.

I guadagni, dai minimi storici toccati a marzo, sono risaliti del 54% grazie all’intervento del governo americano e della Federal Reserve che in attuazione dei piani d’intervento per contrastare la recessione, hanno spesso in prestiti più di undici miliardi di dollari, mentre i tassi di interesse sono stati portati a quote vicine allo zero.

Gli investitori che hanno conservato il denaro contante sono fiduciosi sul fatto che il rally durerà ancora per diversi mesi, e l’incide Standard & Poor’s 500 al momento è impostato per estendere i guadagni e accogliere l’enorme riserva di liquidità che potrebbe riversarsi negli investimenti e alimentare il rally dei listini azionari.

Una congiuntura tale non si registra dai tempi del presidente Franklin Delano Roosevelt, che prima di Obama è stato l’unico a veder realizzato un rally così energico.
Dal giorno dell’insediamento del presidente Barack Obama alla Casa Bianca l’indice S&P ha guadagnato il 30%, percentuale che ha costretto gli economisti a rivedere le stime sulla crescita economica, rialzando di quasi sei volte la stima inerente il terzo trimestre.
Per il prossimo anno si pronostica una crescita del Pil del 2,4%, più del doppio di quello calcolato ad inizio mandato del neo presidente, ma non tutte le note sono positive.
A sorpresa, nel mese di settembre la fiducia dei consumatori americani è calata. L’indice, calcolato dal Conference board, scende a 53,1 punti, contro i 54,5 punti di agosto. Gli analisti si aspettavano un aumento a quota 57 punti, ma di fronte alla crisi dell’occupazione USA nemmeno il rally storico di Wall Street è servito a ridare nuova linfa al consumo.

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