Cina, sempre più probabile una svolta nella politica monetaria

Gli effetti combinati dei tassi offshore più bassi e della debolezza dei dati macroeconomici locali alimentano le probabilità di un cambiamento di ampia portata nella politica monetaria cinese. Sono alte le probabilità di una correzione dei tassi di interesse nel breve termine allo scopo di contenere l’onere finanziario per le imprese e sostenere la domanda di credito. Secondo Rob Mumford, Portfolio Manager del team Emerging Markets Equity di Gam Investments, tali sviluppi dovrebbero rafforzare l’impatto positivo sul mercato dell’impulso di credito e in genere favoriscono la performance dei mercati azionari. Anche i mercati del credito e gli indicatori del rischio correlati sostengono le tendenze del mercato azionario.

Questa correzione, secondo l’esperto, si manifesterà quasi certamente attraverso l’uso di strumenti monetari volti a migliorare ancora la liquidità (per esempio con linee di credito a medio termine e rettifiche delle riserve finanziarie obbligatorie) abbinati a una variazione, sotto qualche forma, dei tassi di interesse di riferimento, per quanto ciò avverrà probabilmente in modo più sottile. Il punto di partenza di questo processo risiede in una dichiarazione del consiglio di stato rilasciata il 26 giugno che ha manifestato l’intenzione di ridurre i tassi sui prestiti alle imprese (e stimolare la domanda di credito). La forma finale e le tempistiche della correzione probabilmente dipenderanno molto dalle negoziazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti che resteranno verosimilmente complicate, a causa di fattori politici più che economici.

Verso un taglio dei tassi per raffreddare l’immobiliare

“A nostro giudizio – commenta Mumford – lo scenario più probabile per una correzione dei tassi di interesse si concretizzerà con una direttiva alle banche (relativa ai nuovi prestiti) affinché abbassino il prime rate oppure il tasso di riferimento per i prestiti a 1 anno e a più breve termine e mantengano invece invariati i tassi a 1-5 anni e oltre 5 anni che, in genere, vengono utilizzati come riferimento per i mutui ipotecari (e se ne incoraggerà ulteriormente l’utilizzo in questo senso). Si vuole impedire un surriscaldamento del mercato immobiliare e, considerato che i prezzi degli immobili residenziali hanno già superato, da inizio anno, la soglia di sicurezza in diverse regioni, ci saranno forti pressioni per tagliare il tasso di riferimento”.

“Abbiamo monitorato, con sempre maggiore interesse, i potenziali beneficiari di tale cambiamento, ovvero titoli finanziari non bancari e industriali con un debito più elevato, che sono gli strumenti che privilegiamo. L’impatto sul settore bancario è eterogeneo, i potenziali effetti negativi sul margine netto potrebbero essere compensati da un aumento del rating, grazie al sostegno offerto alle imprese in difficoltà. Privilegiamo le banche minori dove prevediamo un miglioramento delle valutazioni (rispetto a livelli molto bassi) che compenseranno il possibile calo degli utili nel breve termine di cui abbiamo accennato”.

Conclude l’esperto di Gam Investments: “Puntiamo anche su specifiche opportunità nel settore immobiliare; a nostro giudizio, la salute del mercato immobiliare potrebbe essere uno dei pochi fattori di stabilità per l’attuale tasso di crescita dell’economia. Alcune imprese quotate stanno andando bene e scambiano su valutazioni estremamente interessanti, soprattutto rispetto agli equivalenti nel credito. In questo settore potrebbe anche esserci una rivalutazione dei rating in caso di interventi più decisi sul fronte dei tassi di interesse. In generale, le nostre prospettive per la Cina sono positive, in linea con quelle dei mercati emergenti globali: questi mercati azionari offrono una crescita molto positiva, con una qualità in miglioramento, a valutazioni particolarmente interessanti, in un contesto che non sta più crescendo come in passato”.

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