Mercati emergenti, interessanti opportunità fra le azioni russe

A cura di François Perrin, Head of Asia, ufficio di Hong Kong di East Capital

È passato oltre un anno dai primi dazi di Trump sui prodotti cinesi e un accordo tra Pechino e Washington sembra ancora lontano – molto probabilmente non arriverà prima delle presidenziali Usa. Fino ad ora sono stati i consumatori statunitensi a soffrire a causa dei dazi, mentre i consumatori dei mercati emergenti sono rimasti immuni dall’inflazione. In questi Paesi l’impatto delle tensioni commerciali sta iniziando ad essere più intenso in alcuni settori altamente esposti come il manifatturiero e la produzione di tecnologia hardware. Le società con un’ampia base produttiva in Cina stanno considerando luoghi alternativi come l’area ASEAN, India e Taiwan per le proprie attività ma disponibilità di terreno, forza lavoro qualificata e logistica efficiente rimangono fattori di preoccupazione.

Le ultime decisioni di politica monetaria delle banche centrali possono avere un impatto sui mercati emergenti. Infatti, il presidente della Fed Powell ha sempre più indicato “l’incertezza politica” come fonte di rischi per le prospettive e ci si aspetta, sulla scia del taglio dei tassi annunciato a luglio, una politica monetaria statunitense più accomodante per il futuro. Le banche centrali dei mercati emergenti hanno già avviato un ciclo di allentamento globale, con India, Indonesia, Corea, Brasile o Russia, tra gli altri, ora saldamente impegnati in politiche monetarie più dovish, a sostegno delle prospettive dei mercati emergenti.

Per quanto riguarda le riforme in Cina, il governo cinese ha introdotto un piano di stimolo incentrato principalmente sulla riduzione delle imposte e sui consumi. L’intervento, che da inizio anno ammonta a circa 290 miliardi di dollari, pari a oltre il 2% del Pil cinese, sta contribuendo definitivamente alla stabilizzazione dei dati macroeconomici e al miglioramento degli utili societari per il secondo semestre del 2019. Crediamo che il mercato cinese delle A share, grazie all’aumento del fattore di inclusione degli indici Msci e Ftse, alla crescente partecipazione degli investitori istituzionali domestici e alle valutazioni interessanti, sia meglio posizionato – grazie all’orientamento domestico – per cogliere i benefici di un piano di stimolo di questa portata.

Opportunità in Arabia Saudita, Brasile e soprattutto Russia

Invece, l’Arabia Saudita è entrata a far parte dell’indice Msci Emerging Markets a metà del 2018. L’inclusione del Paese ha raddoppiato l’esposizione degli indici Msci al Medio Oriente, e aumenta le opportunità di investimento e di diversificazione. Presenta inoltre un livello interessante di dividend yield – 140 punti base sopra il livello medio EM, una particolare composizione settoriale orientata ai settori finanziari e dei materiali, una bassa sensibilità verso altri mercati emergenti e una copertura valutaria naturale. L’Arabia Saudita, il cui peso nell’indice alla fine della sua inclusione sarà pari al 2,6%, ha già registrato considerevoli afflussi dall’inizio dell’anno.

In merito all’andamento del mercato in Brasile, la prima metà del 2019 è stata positiva per l’azionario brasiliano, sulla scia del forte supporto pubblico del presidente Bolsonaro e del rinnovato ottimismo per l’implementazione di riforme strutturali. La riforma sulle pensioni è stata definita a inizio luglio e dovrebbe essere finalizzata per la fine del terzo trimestre del 2019. Oltre a un’ulteriore ondata di riforme fiscali, politiche commerciali, privatizzazione e politiche di deregolamentazione che dovranno essere annunciate alla fine di quest’anno, il Brasile può raggiungere una crescita del 2% del Pil nel 2020.

Sull’onda della crescita economica sostenibile guidata dal consumo e dalle valutazioni interessanti, prediligiamo le opportunità offerte dalle azioni russe, che vengono scambiate a un multiplo prezzo/utili pari a 5 volte, e il mercato onshore cinese, scambiato a un multiplo pari a 12 volte. Investire negli emergenti significa certamente far fronte a una maggiore volatilità. Negli ultimi 5 anni, la volatilità media dell’indice Msci Emerging Market è stata del 15%, mentre la volatilità dell’Msci World è stata del 12,5%.

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