Scudo Fiscale alla ghigliottina

Quest’oggi alle 15.00 lo scudo fiscale, dopo aver ottenuto la fiducia nella giornata di ieri, sarà sottoposto a votazione finale in aula a Montecitorio.
Ad annunciarlo un comunicato stampa della Camera che spiega come, in assenza di un accordo sui tempi tra maggioranza e opposizione, Gianfranco Fini abbia infine deciso di rispettare la scadenza costituzionale del provvedimento, che ricordiamo è il 3 di ottobre.
“Bisogna lasciare il tempo necessario a consentire un esame del decreto al Capo dello Stato”, ha dichiarato Fini, ma secondo l’opposizione invece il presidente della Camera intende ricorrere alla cosiddetta “ghigliottina”, mai usata nella storia del Parlamento italiano, ovvero la decisione del voto finale di un provvedimento dopo il voto di fiducia, anche senza attendere che sia completato l’iter.

In realtà l’ufficio stampa della Camera ha diffuso un comunicato nel quale si avvisa che “Nel corso della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato esaminato l’iter del decreto legge correttivo della manovra anticrisi per verificarne il percorso parlamentare, tenendo conto della sua scadenza”, ma lo stesso Fini non nasconde dubbi riguardo oggettive anomalie procedurali che sarebbero emerse nella complessa vicenda dell’iter del decreto, trasmesso dal Senato a dieci giorni dalla sua scadenza.
Nonostante ciò, il presidente ha sottolineato che rientra nei suoi doveri assicurare la deliberazione sulla conversione dei decreti legge entro il termine stabilito dalla Costituzione quindi, non esistendo una concordia di metodo con le opposizioni, ha deciso di porre direttamente l’approvazione al decreto entro le 15.00 di giovedì 1 ottobre.

L’argomentazione non convince l’opposizione, che accusa Fini di usare l’ennesima furberia per impedire all’opinione pubblica di prendere coscienza del comportamento illiberale della maggioranza: “Non si tratta di un’accortezza nei confronti di Napolitano”.

Intanto il Ministro dell’Economia torna all’attacco delle banche, dopo il rifiuto da parte di Intesa Sanpaolo e Unicredit ai Tremonti bond: “Quegli strumenti farebbero molto comodo alle imprese, le banche stanno solo preparando la prossima crisi; hanno avuto i soldi ora però non li vogliono dare alle imprese”, tuona.
Infine, riguardo alla questione della Banca del Sud il Ministro Giulio Tremonti sottolinea la necessità di realizzarla perché “È l’unica grande regione dell’Europa senza una banca autoctona”.

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