Finanza e sostenibilità ambientale: le M&A migliorano la performance

Un nuovo studio del Mergers and Acquisitions (M&A) Research Centre della Cass Business School di Londra ha rilevato che la performance ambientale di una società migliora in seguito a un’operazione di fusione e acquisizione (M&A), se condotta con successo e che, a sua volta, produce un risultato positivo per l’intera società.

Lo studio, intitolato “Green Business: The Environmental Impact of M&A” (Green business: l’impatto ambientale delle fusioni e acquisizioni), analizza l’impatto ambientale delle aziende coinvolte in operazioni di acquisizione, importante operazione societaria che può portare a cambiamenti strutturali da parte dell’acquirer. Gli autori dello studio si chiedono quindi se la performance ambientale di un’impresa venga modificata prima di un’acquisizione e dopo un’acquisizione e se questo cambiamento contribuisca al miglioramento degli indicatori ambientali di un’azienda.

I ricercatori hanno basato le loro osservazioni su un campione di operazioni di acquisizione di imprese pubbliche statunitensi a partire dal Thomson Reuters Securities Data Company (SDC). Il campione comprende accordi conclusi con transazioni superiori a un milione di dollari avvenute fra il 1996 e il 2013.

Hanno scoperto che:
– Prima dell’annuncio dell’operazione di acquisizione, le società A (acquirers) mostravano mediamente standard ambientali più elevati rispetto alle società B (targets).
– Gli acquirers riscontravano generalmente un miglioramento nelle performance nel periodo successivo all’accordo rispetto ai propri rispettivi standard pre-accordo.
– Una migliore performance finanziaria post-accordo contribuiva a modificare i punteggi degli indicatori ambientali in senso positivo, dimostrando così l’importanza di disporre di risorse economiche per tenere fede agli impegni ambientali.
– Gli acquirers con un’esperienza pregressa di operazioni finanziarie possedevano una maggior abilità nel gestire e migliorare la performance ambientale di un’azienda, a accordo ultimato.

L’autrice principale, Zhenyi Huang, ha affermato che il rapporto arriva in un momento di crescente consapevolezza da parte, sia di chi governa che della società civile, sull’importanza delle sfide ambientali quali il cambiamento climatico, il riscaldamento globale e l’inquinamento e pertanto lo studio in questione ha importanti implicazioni per le imprese coinvolte in operazioni di fusione e acquisizione.

“Gestire le politiche ambientali delle aziende in maniera più efficace”

“Sebbene molti accordi non riescano a produrre il risultato atteso a causa di problemi, per esempio nell’integrazione, se solo riuscissero a far fronte alle sfide creando valore, le risorse economiche prodotte potrebbero essere impiegate per potenziare lo standard ambientale di un’impresa e ottenere ulteriori benefici per la società civile”, ha sottolineato la ricercatrice.

Huang ha anche sottolineato come le aziende e i manager che pianificano le fusioni e acquisizioni dovrebbero esaminare norme e pratiche ambientali per entrambe le parti, acquirers e targets, sin dalle prime fasi dell’operazione. “I manager dovrebbero sforzarsi di acquisire le competenze necessarie per garantire un’assegnazione e un utilizzo delle risorse messe in comune più efficace in modo tale che ogni valore aggiunto creato possa contribuire in maniera più efficiente alla performance ambientale dell’azienda”.

“Il nostro studio – ha aggiunto – raccomanda alle imprese di gestire le loro politiche ambientali più efficacemente insieme alle decisioni societarie e finanziarie, come la politica di gestione del debito e la liquidità, fattori che si influenzano a vicenda”.

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