I malumori della Brexit e l’azzardo di Johnson

Il governo di Boris Johnson prevede di sospendere i lavori del Parlamento britannico in vista dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea fissata per il 31 ottobre. Questa decisione incrementa le probabilità che il Regno Unito lasci l’Ue senza giungere a un accordo e le possibilità che vengano indette nuove elezioni nel Paese. In questo scenario, la sterlina si sta avvicinando ai minimi biennali, anche se le principali notizie negative sono già state incorporate. Secondo Stéphane Monier, Chief Investment Officer di Banque Lombard Odier & Cie, il Regno Unito non ha ancora un’idea credibile dell’assetto della propria economica post-Brexit.

Le reazioni degli asset

Nel breve periodo, aggiunge Monier, qualsiasi test del governo di Johnson sotto forma di un voto di sfiducia, nuove elezioni e/o un ulteriore rinvio della data della Brexit creerebbe solamente un leggero rialzo del Ftse e riuscirebbe in maniera limitata a stabilizzare i rendimenti dei titoli sovrani. Le large cap sottoperformerebbero rispetto alle small cap, per via della loro sensibilità alle oscillazioni della sterlina. Tuttavia, qualsiasi rally potrebbe essere limitato dal contesto economico globale.

Lo stesso vale per il mercato obbligazionario: l’eventuale sell off dei gilts nel breve termine sarebbe una mossa limitata, in quanto lo scenario peggiore viene evitato perché il contesto globale e interno hanno ancora bisogno che la Bank of England prosegua la sua politica di easing. Nel caso di una Brexit no-deal, la modalità risk-off sarà esacerbata e gli afflussi dominerebbero le valutazioni.

Ci aspettiamo che i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni scendano al di sotto dello 0%. In questo contesto, alla fine l’aumento delle aspettative di inflazione porterebbe a una sovraperformance dei linker rispetto ai bond nominali. Per quanto riguarda i mercati azionari, invece, a nostro avviso ci sarà una forte correzione a fronte del peggioramento dello scenario interno e internazionale. Inoltre, anche le large cap orientate all’esportazione supererebbero le small cap, supportate dalla valuta più debole”, precisa l’esperto.

Monier aggiunge che, per far sì che la sterlina cali ulteriormente, sarà necessario un nuovo catalizzatore, dato che gran parte delle notizie negative sono state incorporate.

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