Tecnologia, sostenibilità, mercati emergenti: gli ingredienti per battere il mercato

A cura di Julian Howard, Head of Multi Asset Solutions di Gam Investments

Battere un qualsiasi indice per un periodo prolungato di tempo è notoriamente complicato, soprattutto se si tratta di azionario, per il quale il numero di partecipanti al mercato è elevato e i volumi sono enormi. Solo la Borsa di New York mediamente vede passare di mano ogni giorno circa 169 miliardi di dollari. Questo livello di partecipazione agli scambi e di liquidità ha reso l’equity statunitense notoriamente difficile da battere per i gestori attivi. L’MSCI AC World Index in dollari è tornato al 38,5% nei cinque anni fino alla fine di giugno 2019, mentre il Lipper Global Equity USD ha raggiunto una media di appena il 16,3% nello stesso periodo (fonte: Gam e Refinitiv).

In “Stocks For The Long Run”, Jeremy Siegel ha rilevato che nel corso di due secoli il mercato azionario statunitense ha riportato una resa del 7% all’anno in termini reali. La “costante di Siegel” riflette essenzialmente la crescita economica, la produttività e la crescita demografica toccate da una società quotata in borsa. Dunque, il mercato azionario può essere osservato come un proxy del progresso globale, ovvero il “tasso di rendimento interno dell’umanità”. Il miglioramento di questo numero richiede una certa anticipazione circa i cambiamenti strutturali, tecnici e persino culturali che influenzeranno l’economia globale. In altre parole, se i rendimenti di lungo periodo del mercato azionario sono una funzione dei trend di crescita strutturale, allora la sovraperformance sarebbe tutta una questione di identificare i cambiamenti che influenzano questi modelli di crescita.

Tecnologia e sostenibilità, megatrend del presente e del futuro

Per quanto riguarda la tecnologia, in primo luogo, Cisco stima che almeno il 40% dei player non sopravviverà se le nuove tecnologie non verranno sufficientemente recepite. Il che probabilmente darà luogo a un mondo diviso in due, tra vincitori e perdenti, che offre interessanti opportunità di sovraperformance per le società quotate che forniscono una data tecnologia o la adottano e la sfruttano efficacemente. Dato che i rendimenti azionari a lungo termine riflettono in parte il miglioramento della produttività della forza lavoro, è logico che saranno i titoli del segmento tech dalla maggiore portata innovativa a stabilire il ritmo. Chiaramente non è nulla di nuovo. Crediamo che la bolla del settore della tecnologia, dei media e delle telecomunicazioni del 2001 e lo scetticismo nei confronti delle recenti Ipo di alto profilo tecnologico negli Stati Uniti testimonino l’apparente propensione del settore alla sopravvalutazione. Ma i titoli tecnologici tendono a essere ricchi di liquidità e a godere di flussi di cassa più elevati, il che suggerisce che le valutazioni nei fatti non risultano essere poi più elevate di quelle del resto del mercato. Inoltre, visto il flusso di notizie negative relative all’aumento della regolamentazione dei titoli tecnologici, molti investitori sembrano essere disposti ad aumentare le allocazioni al momento dell’apertura. Data l’ampia scelta tra titoli di società che porteranno alla trasformazione digitale rispetto a quelle che potrebbero o meno riuscire a sfruttarla, la tecnologia rimane un irresistibile megatrend.

Invece, la sostenibilità è il megatrend del futuro. Naturalmente è vero che l’investimento etico esiste da tempo. Tuttavia, la novità di oggi è un forte consenso nei confronti di sostenibilità e uguaglianza, con la conseguente urgenza ad agire. Il cambiamento climatico è considerato un’emergenza globale dalla generazione dei millennial: l’atteggiamento nei confronti del consumo di carne e della disparità di opportunità sta cambiando rapidamente. Nel mondo degli investimenti, la sostenibilità sta quindi passando da sottosettore a causa di sottoperformance per le imprese che non vedono migliorare il proprio profilo ESG, o peggio ancora, incontreranno gravi difficoltà nel processo di collocamento e nella raccolta di capitale. Peraltro, sarà presto possibile acquistare interi indici vagliati in base ai criteri ESG sotto forma di etf. A nostro avviso, utilizzarli per creare un “overweight” strutturale a lungo termine per le società quotate che ottengono un punteggio elevato in base ai criteri ESG può essere un modo semplice per cogliere la sovraperformance di cui tali società potrebbero godere nei prossimi mesi e anni, man mano che il mondo degli investimenti si adatta alla domanda di sostenibilità.

Mercati emergenti fra luci e ombre

Infine, i mercati emergenti. Il Fondo Monetario Internazionale stima che i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo rendano conto quasi per il 60% del Pil mondiale; tuttavia, i titoli azionari di Asia e mercati emergenti rappresentano appena il 16% dell’MSCI AC World Index. Il necessario aggiustamento che riteniamo debba avvenire può essere articolato attraverso un sovrappeso strutturale ai mercati azionari di queste economie. Probabilmente molti investitori sceglieranno semplicemente un indice consolidato, come l’MSCI Emerging Markets Index, che però riteniamo sovraesposto alla “Factory Asia” e sottoesposto alle economie africane in rapida crescita. Gli investitori possono quindi cercare di ottenere ulteriori guadagni garantendo un’adeguata esposizione ai mercati di frontiera attraverso indici selezionati o gestori attivi. Per quanto gli ultimi due anni non siano stati una buona pubblicità per i mercati emergenti, tra guerre commerciali e superdollaro, essi offrono almeno un interessante punto di ingresso – peraltro, secondo modalità che le azioni del comparto tech non sono in grado di offrire.

I megatrend sopra descritti non costituiscono né una novità, né un’opzione universalmente economica. Inoltre, non rappresentano una scorciatoia per una sovraperformance dell’indice a breve termine, ma crediamo che offrano l’accesso a storie di crescita secolari e strutturali che trascendono l’istrionismo del mercato a breve termine. Investire nei megatrend non è altro che uno stile di per sé praticabile e che, a nostro avviso, presenta intuitivamente una prospettiva di sovraperformance a lungo termine almeno altrettanto convincente di qualsiasi altro fattore o stile a disposizione degli investitori.

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