Regno Unito tra Brexit e caso politico. L’impatto sulla sterlina

“Boris Johnson ha fondato la sua premiership sull’uscita del Regno Unito dall’UE entro il 31 ottobre con o senza un accordo. Il tempismo in questo contesto è tutto, in quanto semplicemente non c’è abbastanza tempo affinché il Regno Unito e l’Unione europea possano rinegoziare un accordo. Di conseguenza, il nostro scenario di base è che il Regno Unito lasci l’UE il 31 ottobre senza un accordo di transizione o un accordo commerciale”. Ad affermarlo è Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Ubp, che di seguito illustra nel dettaglio la propria view.

Nove mesi fa, il consenso sul cambio GBP/USD era a livelli di circa 1,20 nel caso di un no deal sulla Brexit. Nelle ultime settimane il cambio GBP/USD ha trattato ai minimi a circa 1,2014. È giusto dire che i mercati hanno ampiamente prezzato un no deal. Il risk reversal sul cambio GBP/USD viene scambiato attorno al-2%, il che significa che le opzioni per vendere sterline sono molto più costose rispetto a quelle per acquistarne. Anche il posizionamento del mercato riflette le aspettative per un no deal. Secondo gli ultimi dati dell’International Money Market (IMM), gli investitori e gli speculatori mantengono una posizione corta consistente sulla sterlina. Di conseguenza, riteniamo che un’attesa dei mercati per un no deal sia il risultato più probabile nei prossimi mesi. Gli Overnight index swap (OIS) mostrano che i mercati prevedono che la Bank of England (BoE) taglierà i tassi di 25bps nei prossimi mesi. Riteniamo che questa sia una possibilità, ma anche che molto dipenderà dall’evoluzione dei tassi di cambio della sterlina e dal successivo passaggio per l’inflazione.

Sul fronte della politica interna, il partito laburista all’opposizione ha dichiarato che presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del governo Johnson, probabilmente entro il 4 o 5 settembre. Il governo Johnson ha una maggioranza di un solo seggio. Si dice che circa 20 deputati conservatori siano disposti a votare contro il governo. Tuttavia, i partiti di opposizione restano divisi. Il leader del partito laburista britannico Jeremy Corbyn ha suggerito di formare un governo di unità nazionale che cercherà di estendere il termine per l’uscita del Regno Unito dall’UE fino a dopo lo svolgimento di elezioni generali. Corbyn farà campagna elettorale per consentire all’elettorato di votare un nuovo referendum sulla Brexit.

Se l’attuale governo perdesse il voto di fiducia, il Parlamento ha 14 giorni di tempo per cercare di formare un nuovo governo. In caso le Camere non siano in grado di formare un nuovo governo, le elezioni generali devono svolgersi entro sette settimane.

Secondo i calcoli di Johnson, il Regno Unito avrà già lasciato l’Unione europea entro quel termine e l’attuale PM cercherà quindi di condurre una campagna elettorale in cui prenderà i voti del partito per la Brexit. Molti analisti ritengono che il Parlamento impedirà una “no deal Brexit”, ma non ne siamo così sicuri. Finora il Parlamento si è dimostrato incapace di cambiare la strategia del governo sulla Brexit. Johnson deve semplicemente temporeggiare e “concluderà” il processo di uscita dall’UE. La percezione generale attorno alla Brexit è che sarebbe terribile in questo scenario. Prevediamo che nella fase iniziale i media faranno leva su qualsiasi eventuale ritardo alle frontiere o negli aeroporti imputabile alla Brexit e che questo potrebbe portare a modesti cali della sterlina.

Se Johnson riuscirà ad ottenere la maggioranza alle elezioni generali, prevediamo che cambierà la sua posizione nei confronti dell’UE. In questa situazione, Johnson non dovrebbe più contare sul sostegno del Democratic Unionist Party (DUP) e potrebbe concordare sul fatto che il backstop si applichi solo all’Irlanda del Nord. L’Unione europea accetterebbe sicuramente questa proposta (così come il governo irlandese) e a quel punto il Regno Unito e l’UE potrebbero procedere a intavolare colloqui commerciali a pieno ritmo. Il Regno Unito negozierebbe da una posizione di paese terzo, che sebbene dal punto di vista del Regno Unito sia una posizione negoziale più bassa, sarebbe comunque uno sviluppo positivo per la sterlina. In questa situazione, il cambio GBP/USD potrebbe facilmente salire a livelli di circa 1,30.

Se le elezioni generali si svolgeranno dopo la Brexit e gli elettori del partito pro-Brexit passeranno il loro sostegno al partito conservatore al governo, questo avrà una maggioranza significativa nel prossimo Parlamento. Ma con un caveat. Alle ultime elezioni, i sondaggi hanno sottovalutato il risultato raggiunto dal partito laburista. Se ciò dovesse accadere di nuovo, potrebbe tradursi in un altro parlamento sospeso. Questo non sarebbe un risultato positivo per la sterlina e porterebbe a perdite modeste. Se il partito laburista, sotto Corbyn, riuscirà in qualche modo a raggiungere una maggioranza, ciò porterebbe a gravi perdite per la sterlina.

In sintesi, il nostro scenario di base è che il Regno Unito lasci l’UE senza un accordo di ritiro/accordo di transizione. Crediamo che molto dipenderà dalle successive elezioni generali e dal risultato raggiunto del partito conservatore al governo. Come detto, c’è la possibilità di uno scenario positivo in cui Johnson riesca ad assicurarsi la maggioranza e applichi il backstop solo all’Irlanda del Nord; in questo caso potrebbe innescarsi un rally aggressivo del cambio GBP/USD fino a livelli di almeno 1,30.  In caso contrario, le prospettive sul cambio restano deboli nel breve termine.

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