Rallentamento economico, gli investitori si rifugiano nel reddito fisso

“L’attività economica rimane in una fase calante, con tutti i paesi del G10 che si avviano in un territorio di recessione. I dati macroeconomici degli Stati Uniti si sono indeboliti negli ultimi mesi, nell’Eurozona il ciclo economico ha subito un duro colpo e la probabilità di depressione è aumentata in modo significativo, mentre nel Regno Unito l’economia è ancora in fase recessiva. Il ciclo inflazionistico statunitense è sceso al di sotto della media e, cosa ancora più importante, l’area dell’euro – soprattutto negli ultimi mesi – sembra aver invertito la rotta, registrando anch’essa una leggera flessione. Il ciclo del debito si è leggermente ridotto. Tutto ciò è indice di uno scenario relativamente più debole, considerato che quasi tutti i paesi hanno registrato condizioni di credito meno favorevoli. Non sorprende che, in queste condizioni, le banche centrali di tutto il mondo abbiano continuato a mantenere la loro posizione colomba, per la gioia degli investitori”. E’ quanto evidenziano gli esperti di Candriam.

Nel complesso, la combinazione di crescita più bassa, ciclo economico più debole, inflazione più contenuta e banche centrali estremamente favorevoli è positiva per i mercati del reddito fisso e in particolare per i prodotti spread. Tuttavia, dopo sei mesi di tassi in calo, secondo gli stessi esperti le valutazioni appaiono meno attraenti e i mercati sembrano pronti a riprendere fiato dopo il rally.

In questo contesto, tutti gli occhi sono puntati sulle banche centrali, viste come i principali motori dei mercati. Il fatto che la maggior parte di queste banche abbiano assunto un atteggiamento da colomba nel corso del 2019 è stato il motivo dell’enorme rally dei mercati obbligazionari. Allo stesso tempo, oggi, la possibilità che la politica monetaria si riveli deludente in futuro rappresenta una fonte di preoccupazione per gli investitori.

Le prospettive

“In generale, la disinflazione sembra essersi stabilizzata e il rallentamento è probabilmente destinato a perdurare. Pertanto, è difficile ignorare che gli investimenti da parte delle aziende abbiano rallentato e che l’attuale ciclo di espansione non abbia colmato l’output gap in un periodo di picco dell’inflazione. Ora che l’output gap è destinato ad allargarsi, in un contesto di rallentamento economico, è probabile che le pressioni disinflazionistiche siano onnipresenti, alimentando così un ulteriore supporto da parte della banca centrale. Le prospettive per il mercato del reddito fisso sono quindi positive, anche se è probabile che assisteremo a periodi in cui i mercati prenderanno fiato (come sta accadendo nel contesto attuale), assisteremo a contraccolpi e si registreranno alcune prese di profitto tattiche”.

Le decisioni di politica monetaria della Bce hanno continuato ad essere di supporto per i mercati non-core del Vecchio Continente. In scia a quanto deciso nel corso dell’ultimo meeting, le dinamiche di flusso legate a nuovi acquisti e reinvestimenti dovrebbero continuare a sostenere i mercati non centrali, comprimendo il premio di rischio nonostante i disaccordi esistenti all’interno del consiglio direttivo in tema di Qe. Inoltre, il rischio politico che aveva pesato sull’Italia negli ultimi mesi si è attenuato, grazie ad un governo meno euroscettico e di programmi economici più favorevoli al mercato, fattore che in passato aveva invece rappresentato un ostacolo significativo. Con l’attenuarsi degli scontri fra Commissione Europea e il governo italiano sul deficit, riteniamo che il rally dei tassi italiani potrebbe durare ancora un po’. In questo contesto, preferiamo assumere tatticamente una posizione positiva nei confronti dell’Italia nei nostri fondi sovrani.

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