Unigestion: Fed specchio di un sentiment favorevole sulla situazione economica

“Mercoledì sera la Fed ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base per la seconda volta nel corso dell’anno, giustificando ancora una volta una riduzione di “metà ciclo”. In vista dell’incontro, i mercati si aspettavano che la Fed tagliasse lasciando la porta aperta per un ulteriore allentamento, qualora la situazione economica dovesse peggiorare ulteriormente. Gli investitori hanno iniziato a rivedere le aspettative al rialzo dal 9 settembre, ancora di più dopo la riunione della Bce. Con il ritmo di queste revisioni, la riunione della Fed è una pietra angolare in vista della fine dell’anno”. Così Florian Ielpo, Head of Macroeconomic Research di Unigestion, commenta le misure decise dalla Fed il 18 settembre.

Secondo Ielpo, le aspettative dei mercati sono state soddisfatte: previsioni di inflazione invariate e una stima di crescita migliore nel 2019 e nel 2020 sono state riconosciute dalle proiezioni economiche della Fed. L’inflazione core nel 2019 dovrebbe ancora raggiungere l’1,8%, mentre la crescita dovrebbe attestarsi intorno al 2,2%. Tuttavia, data l’importanza dei rischi esterni in questo scenario, le dot projectios sono state riviste in linea con le aspettative dei mercati. La Fed prevede che il taglio di oggi possa essere seguito da un ulteriore abbassamento dei tassi entro la fine dell’anno, se necessario. L’affermazione è stata fortemente in linea con le proiezioni economiche, evidenziando la situazione interna ancora discreta e l’esistenza di rischi esterni (“le esportazioni si sono indebolite”). Vale inoltre la pena sottolineare il numero crescente di dissensi tra i membri del Comitato, analogamente a quanto avvenuto nella recente riunione della Bce. Per il momento, non c’è ancora accordo sulla necessità di un ulteriore allentamento per il prossimo anno. Durante la conferenza stampa, Powell ha affermato che la situazione odierna è stata “di difficile giudizio”, con incertezze che in qualche misura compensano condizioni macroeconomiche dignitose. Il taglio di metà ciclo potrebbe dare avvio ad ulteriori riduzioni, ma è necessario un significativo peggioramento della situazione statunitense. Per ora, la decisione potrebbe essere un passo avanti verso la fine di questo ciclo di tagli.

Impatto di mercato

La reazione del mercato è stata nel complesso relativamente moderata. I tassi hanno visto pochi cambiamenti, il dollaro Usa è cresciuto marginalmente e i mercati azionari sono stati il principale motore di giornata, con l’S&P 500 che ha raggiunto i minimi intraday, scendendo da -70 punti base a meno di 3.000 al momento in cui scriviamo. La reazione iniziale del mercato è stata coerente con la mancanza di sorprese. Durante la conferenza stampa, le obbligazioni si sono avvicinate ai minimi intraday, le azioni si sono ribassate e il dollaro Usa è rimasto l’offerta migliore.

Conseguenze sull’asset allocation

Con i tassi in aumento dall’inizio del mese, questo meeting ha portato ulteriori prove di una pausa di metà ciclo: la Fed non si aspetta una recessione nel prossimo futuro, pur riconoscendo i maggiori rischi geopolitici. Per il momento l’inflazione non si trova da nessuna parte, ma la Fed rimane fiduciosa della futura normalizzazione dei tassi.
“In quest’ottica – spiega l’esperto – la nostra attuale valutazione dinamica si articola intorno a tre fattori di rischio:

Macro: le condizioni di crescita, come illustrato dai nostri Nowcaster, si sono stabilizzate al di sopra del potenziale negli Stati Uniti. La situazione di crescita complessiva negli USA rimane buona senza eccellere. Le sorprese inflazionistiche dovrebbero rimanere improbabili, ma la Fed prevede una stabilizzazione della crescita. Questa situazione di “crescita dignitosa, inflazione limitata” è, a nostro avviso, un elemento positivo per i growth-related assets.

Sentiment di mercato: la propensione al rischio è aumentata dall’inizio di settembre e il rally azionario ha seguito. Per il momento, il posizionamento del mercato azionario rimane basso, il che ci fa pensare che potrebbe essere di sostegno. Inoltre, il recente momentum nella maggior parte dei growth-related assets rappresenta un altro indizio del probabile aumento delle allocazioni da parte degli investitori.

Valutazioni: la maggior parte degli asset è diventata liquida grazie all’azione della banca centrale e gli asset di copertura sono più costosi dei growth assets secondo i nostri parametri di valutazione. La retorica futura di Powell sarà fondamentale: se troppo accomodante potrebbe alimentare la tendenza alla vendita di obbligazioni innescata di recente”.

Secondo Ielpo, quin, questo non è altro che un aggiustamento di metà ciclo. “Attualmente vediamo un allineamento dei pianeti: la situazione macroeconomica è decente, il sentiment è favorevole, mentre la valutazione è positiva per i growth asset. Per il momento rimaniamo positivi sulla crescita, pur rimanendo prudenti quando parliamo dell’obbligazionario”.

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