Occhio a Mediobanca, i soci sono in movimento

Inizio settimana sottotono per Mediobanca, che si allontana ulteriormente dalla soglia psicologica dei 10 euro per azione superata venerdì nel corso della seduta ma non confermata in chiusura. A tener banco sono i movimenti nell’azionariato, dopo l’annuncio di Leonardo Del Vecchio di essere salito al 6,94% di Piazzetta Cuccia tramite Delfin.

Il mercato si interroga sul significato della mossa, che potrebbe da un lato indicare la volontà di offrire sostegno al management attuale, dall’altra preludere alla richiesta di convocazione di un’assemblea straordinaria che cambi lo statuto, in particolare l’articolo che prevede che l’amministratore delegato (attualmente Alberto Nagel) sia scelto tra chi è dirigente della banca da almeno tre anni.

Se così fosse Del Vecchio avrebbe mani libere nell’ottobre del prossimo anno quando scadrà l’attuale Cda, o esercitare pressione su Nagel per ottenere un piano industriale più aggressivo. Per questo a Piazza Affari continuano a circolare voci di una possibile ulteriore salita sino a ridosso del limite del 10%, ovvero di un possibile ingresso anche di Francesco Gaetano Caltagirone.

Quest’ultimo negli ultimi mesi si è mosso in sintonia con Del Vecchio nell’azionariato di Generali, da sempre la partecipata più importante e redditizia di Mediobanca che infatti pur avendo da tempo annunciato l’intenzione di voler cedere il 3% eccedente il limite del 10% di partecipazione, ha continuamente rinviato l’operazione non riuscendo a trovare un investimento alternativo altrettanto redditizio.

Il giudizio degli analisti su Mediobanca

Sul titolo, che negli ultimi tre mesi è già salito del 12% abbondante (portandosi così un 9% circa sopra il livelli di 12 mesi fa), i giudizi degli analisti fondamentali sono ampiamente favorevoli, con 6 “buy” e 2 “outperform” a fronte di soli 4 “hold” e nessun giudizio negativo. Il consensus si attende un utile per azione 2019 di 94 centesimi, cui corrisponde un P/E implicito di 10,5 volte. Il dividendo previsto è invece pari a 48 centesimi, con un dividend yield teorico del 4,86%.

Positive anche le attese degli analisti tecnici, che segnalano un trend fortemente rialzista nel brevissimo e breve periodo, mentre resta solo moderatamente rialzista a medio e lunto termine. Gli ultimi aumenti delle quotaizoni sono stati inoltre accompagnati da un notevole interesse da parte degli investitori, come testimonia l’incremento dei volumi di scambio che indicano una notevole forza del movimento in atto e che sembrano confermare come movimenti all’interno del capitale siano tuttora in corso.

Approfittando di sedute di relativa calma come quella attuale chi volesse potrebbe posizionarsi sul titolo puntando ai primi obiettivi in area 10,20 e poi 10,30 euro. Attenzione solo all’indicatore di forza relativa (Rsi) già in zone di ipercomprato, che potrebbe preannunciare uno storno momentaneo delle quotazioni per consentire ai prezzi di raffreddarsi prima di tornare a salire. Nel caso, i supporti più immediati a ridosso dei quali si potrebbe iniziare ad entrare sul titolo sono segnalati attorno a 9,58 e poi a 9,45 euro, con possibile momentanea accelerazione al ribasso sino ai 9,40 euro.

L’andamento di Mediobanca in Borsa negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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