All’estero si guadagna di più

Fuori dal nostro paese le condizioni di lavoro sono migliori. Ad affermalo è una ricerca del Censis che, a parità di qualifica, ha riscontrato che tutti i dipendenti delle imprese che sono presenti con sedi all’estero vengono pagati di più.
Il settore non è isolato agli accademici o ai ricercatori, ma a tutte la gamma dei lavoratori. Il divario peraltro sarebbe più alto tra i dirigenti; quelli che lavorano in un’azienda italiana ma fuori dal territorio nazionale, infatti, guadagnano in media circa cinquanta mila euro l’anno in più dei manager che operano in territorio italiano.

Anche tra gli impiegati esiste uno scarto abbastanza ampio; ammonta a più di 10mila euro l’anno la differenza tra i compensi di un dipendente sottoposto ad un’impresa che opera in Italia rispetto ad una con sede all’estero.
Anche gli operai hanno una busta paga più leggera nel nostro paese, infatti le tute blu che lavorano sul suolo nazionale guadagnano circa 7mila euro in meno degli operai dipendenti da un’impresa italiana attiva fuori dai confini nazionali.
L’unica eccezione è rappresentata dalla categoria degli addetti alle vendite, per i quali non esiste una sostanziale differenza nel lavorare in Italia o meno.

In generale, al di fuori dei salari, le condizioni di lavoro all’estero sono migliori, a partire dalla salute del dipendente (che è tutelato da coperture assicurative sanitarie), per finire con il clima sul posto di lavoro, caratterizzato da un alto livello di  collaborazione tra manager e dipendente che in Italia risulta più ridotto, e da contratti standard che vengono preferiti a quelli atipici imperanti nel nostro paese.
In pratica fuori dai confini nazionali esiste una maggiore attenzione alle risorse umane, con un’attenta valorizzazione delle competenze manageriali che in Italia sembra trascurata. Esiste inoltre nelle aziende un clima che consente una veduta più ampia mossa all’autopromozione, dove lo stipendio è considerato anche in forma di valorizzazione del merito del singolo.

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