Paura dell’ignoto?

Oggi, almeno, state tranquilli: tutto il proseguimento di ieri. C’erano certamente notizie in grado di muovere il mercato; peccato che sono state delle ulteriori “nulla di fatto”. Partiamo dalla Bank of Japan: tassi invariati allo 0,1% e nessuna indicazione chiara sul termine del piano di acquisti di obbligazioni private (leggi “Credit Easing”). 

Non è piaciuto molto al mercato questa mossa, e nemmeno le dichiarazioni della BoJ, che vorrebbe invece usare il “parlè” per tamponare gli acquisti di Yen. Nulla da fare: il mercato vuole concretezza; anche se nuovamente noi qui nel nostro piccolo siamo ancora titubanti su “exit strategies” in senso lato. Le variabili importanti dal punto di vista macro (inflazione, disoccupazione e consumi) non indicano ancora solidità o uscita dalla crisi. Perché scontare rialzi nei tassi o rientri degli stimoli? E’ vero che a livello internazionale i sistemi finanziari si stanno normalizzando (vedi soprattutto Australia e Nuova Zelanda) ma la produttività vera parte dall’economia reale – che ancora soffre (e ricordiamo che non ci può essere crescita senza produttività).

Negli USA invece i dati sui TIPS (Treasury Inflation Protected Securities, ossia obbligazioni indicizzate all’inflazione) mostrano che l’investimento che ora va di moda è proprio il “inflativo hedge”: qualsiasi modo per proteggersi dalla possibilità di un arrivo in corsa dell’inflazione (da dove? ci chiediamo invece noi). Forse è che gli investitori non sanno dove mettere la liquidità che hanno e quindi l’unica scelta facile (per via della massa monetaria in giro) è un investimento indicizzato all’inflazione. Forse è solo paura dell’ignoto…Per il greenback, invece, nulla da fare: vendite su vendite. Quando nulla cambia, ed i trend si estendono per periodi più lunghi, aumenta la probabilità che si esauriscano in un botto finale.

Ecco che allora possiamo volgere l’attenzione agli indicatori più comuni di inversione (i cosiddetti contrarian indicator): storie di copertina. Le riviste, specie se non del settore, sostituiscono la “voce del barbiere” degli anni ’30: quando sulle riviste non-finanziarie inizia a comparire sempre più spesso un titolo simile a “vendi dollari”, è ora di acquistarli. Non prendiamolo come dogma, ma come uno strumento in più. Facciamo trading invece su quello che vediamo, e non su quello che crediamo di sapere.

EurUsd – grafico daily

Passiamo all’analisi tecnica dove abbiamo avuto ieri il superamento, parlando dell’euro nei confronti del dollaro, della difficile resistenza indicata da tempo. 1.4840 è stato oramai archiviato e siamo ora con i  prezzi al tentativo di rottura del successivo livello di resistenza. Come si può osservare da un grafico giornaliero il livello attuale di 1.4880 si trova particolarmente vicino alla resistenza di 1.49, che crediamo debba essere considerato come livello di separazione fra una ripresa della moneta unica verso i massimi storici ed invece una permanenza dei prezzi su livelli prossimi ad 1.46 (qui infatti transita il supporto di tutto il movimento in salita iniziato ai primi di marzo e seguito fedelmente sino ad ora).

Il dollaro yen continua ad apparire depresso successivamente alla mancata rottura, due giorni fa, della resistenza importante di 90.30. Ora si sta avvicinando il livello di supporto di 88 figura e consigliamo di prestare particolare attenzione sia per la vicinanza di parecchi stop, a posizioni lunghe, sia perché la pesante propensione del mercato ad essere lungo, nei pressi dei livelli di minimo degli ultimi 14 anni, potrebbe condurre ad un grande aumento della volatilità successivamente ad una rottura.
Dalla relazione dei due cambi sopra descritti otteniamo un cambio EurJpy in lieve ripiegamento. Siamo nei pressi di 132.40 e consigliamo di prestare la massima attenzione all’eventuale rottura del supporto di 132, perché questo potrebbe riportare i prezzi di nuovo in area 130.
Parlando di sterlina vediamo come i cambi, con dollaro ed euro, possano tirare un lieve sospiro di sollievo dopo la pressione a cui sono sottoposti da giorni. Il cable in particolare si è allontanato dal supporto chiave di 1.5715 (a cui consigliamo ancora di prestare attenzione), sapendo che solamente una ripresa oltre il doppio massimo (30 set, 8 ott) di 1.6120 potrebbe farci dichiarare il cambio “fuori pericolo”. Anche nei confronti della moneta unica vediamo allontanarsi i livelli di minimo della sterlina visti a 0.9410. Il livello in questo caso da osservare con grande attenzione, affinché il movimento non sia solo un’illusione, è dato dal supporto del cambio a 0.93 figura.

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