Schroders: cambiamento climatico, sei ragioni per cui le città salveranno il mondo

A cura di Tom Walker, Co-Head of Global Real Estate Securities di Schroders

Spesso si sente dire che le città hanno un impatto negativo sul cambiamento climatico. Nella percezione di molte persone, le città sono intrinsecamente associate all’inquinamento, mentre le periferie verdeggianti sono il simbolo di uno stile di vita più green. Tuttavia, oggi la realtà è piuttosto diversa, e i dati più recenti dimostrano con evidenza schiacciante che i residenti urbani hanno un impatto in termini di emissioni di CO2 molto minore di coloro che abitano nelle zone periferiche e rurali. Ecco sei ragioni per cui le città giocheranno un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico.

1) La maggior parte della popolazione mondiale vivrà in città nel futuro. Nel 1950, solo il 30% della popolazione mondiale abitava in città. Si stima che questa percentuale crescerà fino al 63% nel 2035. Entro la fine del secolo, la popolazione residente nelle aree urbane potrebbe raggiungere addirittura il 90%. Se si vuole raggiungere gli obiettivi sul cambiamento climatico stabiliti negli accordi di Parigi, occorrerà coinvolgere le masse. Dal momento che la maggior parte di noi vivrà in città nel futuro, la soluzione al cambiamento climatico non potrà che partire proprio dalla città.

2) Le città sono straordinariamente efficienti. Le città sono una leva essenziale nella battaglia per ridurre i gas serra e conservare l’energia. Chi risiede nelle aree metropolitane tende ad abitare negli appartamenti, che sono molto più efficienti delle case singole: i costi energetici sono inferiori di circa il 30%. Dato che gli appartamenti sono vicini gli uni agli altri, è inevitabile che i costi di riscaldamento siano inferiori. Inoltre, in molti nuovi condomini vengono installati sistemi energetici come i pannelli solari, che possono rendere i costi ancora più bassi. Più una città cresce, più diventa efficiente: è la teoria del ‘metabolismo urbano’, che spiega come mai le città diventano più produttive e innovative a mano a mano che aumentano di dimensioni.

3) Le città sono hub di innovazione. Per secoli le città sono stati centri culturali e commerciali. Sono l’origine di alcune delle idee più brillanti e sicuramente produrranno le innovazioni e le politiche necessarie a contrastare il cambiamento climatico. Le industrie si stanno concentrando sempre di più nelle metropoli, permettendo la condivisione di idee e nuove tecnologie. Le università attraggono studenti di talento, che spesso rimangono a lavorare nella città dove hanno studiato o fondano aziende dopo la laurea. È il potere dell’urbanizzazione.

4) L’uso dei mezzi pubblici aiuta a ridurre le emissioni. È meno probabile che chi abita in città possieda una macchina, mentre è più probabile che si sposti per andare al lavoro con i mezzi pubblici o in bicicletta. Se un residente urbano deve prendere l’automobile, può utilizzare un servizio di car sharing, piuttosto che comprare un mezzo proprio. Tutto questo porta ad un impatto minore a livello di CO2 rispetto a chi vive in campagna. Le grandi città hanno reti molto estese di mezzi pubblici. Quante più persone ne fanno uso, tanto più le amministrazioni spendono per aggiornarle e ampliarle, cosa che incoraggia un utilizzo maggiore, riducendo ulteriormente le emissioni.

5) Le città collaborano per affrontare il cambiamento climatico. Il C40 Cities Climate Leadership Group è un gruppo di 94 città in tutto il mondo, a cui sono riconducibili circa 700 milioni di persone e il 25% dell’economia mondiale. Formato nel 2005, il C40 è un esempio del potere che le città globali possono avere unendo le forze per combattere il cambiamento climatico. I sindaci delle 94 città si sono impegnati a raggiungere alcuni degli obiettivi più ambiziosi previsti dagli accordi di Parigi, riconoscendo che le città sono la risposta nella lotta al cambiamento climatico.

6) Le città avranno un ruolo cruciale nel raggiungere gli obbiettivi climatici. Alcuni dei principali Paesi a livello globale si sono dati come obiettivo quello di azzerare le emissioni nette di CO2. Prima di dare le dimissioni, il Primo Ministro britannico Theresa May si è impegnata a portare a zero le emissioni di gas serra del Paese entro il 2050, affermando che è “un dovere morale lasciare il mondo in condizioni migliori di come lo abbiamo trovato”. Le città al momento consumano il 78% dell’energia mondiale e producono più del 60% dell’anidride carbonica. Anche per questo, la lotta al cambiamento climatico dovrà iniziare nelle città.

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