Gli sconti di Piazza Affari, da Eni a Telecom Italia

Da inizio anno Eni e Telecom Italia hanno guadagnato in Borsa rispettivamente il 4,6% e il 7% (al 20 settembre 2019 in euro) ma continuano a essere scambiati a prezzi vantaggiosi rispetto al fair value.

Eni, fair value confermato dopo i dati del secondo trimestre

Il secondo trimestre della compagnia energetica italiana ha risentito del negativo andamento del prezzo delle commodity. Nel segmento E&P (esplorazione e produzione di oil & gas) il reddito operativo è sceso da 2,7 a 2,1 miliardi di euro a causa dell’effetto combinato del calo delle quotazioni del petrolio e del gas naturale e della contrazione dei volumi di produzione. “Il management si è limitato a rivedere leggermente le guidance di fine anno relative all’output atteso e al reddito operativo del segmento raffineria, ma per il momento manteniamo inalterata la stima del fair value a quota 17 euro”, dice Allen Good, analista azionario di Morningstar (report aggiornato al 29 luglio 2019). “Nel recente passato gli scarsi risultati delle attività nel segmento upstream e downstream hanno pesato sui rendimenti del gruppo ma crediamo che il peggio sia ormai alle spalle. Ci aspettiamo infatti che i tre segmenti di business (compreso quello dell’energia) siano destinati a migliorare in futuro facendo da traino ai rendimenti del gruppo”.

Telecom Italia, positiva l’operazione sul debito

Telecom Italia ha registrato nel secondo trimestre un calo dei ricavi del 4,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sui conti della compagnia telefonica hanno pesato il calo degli abbonati al segmento mobile, mentre hanno tenuto bene il business dalla banda larga e le attività in Brasile. “I risultati sono stati sostanzialmente in linea con le nostre attese e per questo non prevediamo alcun cambiamento al nostro modello e confermiamo la stima del fair value a quota 0,67 euro”, dice Neil Macker, analista azionario di Morningstar (report aggiornato al 2 agosto 2019). “Telecom Italia è in trattativa per l’acquisizione di Open Fiber che la renderebbe il primo operatore nel segmento fibra ottica. Al momento il management non vuole commentare sullo stato dei negoziati, ma a nostro avviso il deal avrebbe effetti di lungo periodo molto importanti sui conti dell’azienda. Positiva è anche la strategia di ridurre il debito esistente per finanziarsi attraverso l’emissione di obbligazioni convertibili e la pianificazione di un aumento degli investimenti per potenziare la rete”.

A cura di Morningstar

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