Usa-Cina, l’accordo resta improbabile a breve

Poche chance di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina questa settimana, con la data fissata sul calendario del 10 ottobre che probabilmente non porterà alla firma di un’intesa, benché non sia da escludere una tregua tra le parti. Gli incontri preliminari che si sono tenuti dai negoziatori dei due Paesi hanno visto ridursi il numero di argomenti oggetto di discussione, trovando un’intesa di massima su temi ritenuti ostici, benché sia presto per suggellare il tutto con un trattato.

Il vicepremier Liu He, che guida la delegazione attualmente a Washington, ha affermato che non verranno impresi impegni dalla Cina in merito ai sussidi governativi alle imprese e non ci sarà una riforma industriale, a dispetto delle richieste americane. Sebbene questo possa sembrare uno dei tanti all’interno di una vasta e controversa discussione, si tratta proprio di uno dei punti focali di Trump (almeno nella sua campagna mediatica) a cui difficilmente potrà rinunciare in vista delle elezioni.

Il presidente statunitense, già alle prese con una perdita di consensi per un andamento negativo dell’economia e per le accuse che potrebbero portare all’impeachment, difficilmente cederà alla proposta, atteso a portare avanti il suo programma per spostare l’attenzione mediatica. Dal canto suo Pechino ha un incentivo maggiore a tenere la propria linea, auspicando di trattare con una differente controparte in caso di rimozione di Trump forzata o alle prossime elezioni.

Nel frattempo, un rapporto sul mercato del lavoro USA in chiaro-scuro è tornato ad incrementare le attese per un intervento di allentamento monetario da parte della Federal Reserve, con la probabilità un ritocco al ribasso degli interessi il 30 ottobre che passa al 78,6%, rispetto al 39,6% della scorsa settimana. Il numero di occupati nel settore non agricolo è salito a settembre di 136 mila unità, al di sotto dei 140 mila attesi e del già deludente consuntivo di agosto di 168 mila; si ferma anche la crescita dei salari (allo 0% su base mensile), benché sia confermato un rialzo del 2,9% su base annua che, superando l’inflazione, rappresenta un incremento del potere d’acquisto per i consumatori.

Nota positiva arriva invece dal tasso di disoccupazione, in discesa al 3,5%, rispetto al 3,7% di agosto, con un tasso di partecipazione stabile (63,2%); possibile quindi che il rallentamento delle assunzioni sia innescato dalla carenza di persone da assumere e di manodo-pera qualificata, un tema sempre più d’attualità e anche esito di politiche migratorie restrittive dell’amministrazione statunitense.

In questo scenario prosegue la fase laterale delle quotazioni del cambio eur-usd a ridosso di area 1,1000, ovvero a ridosso della media mobile a 21 giorni nonché in prossimità del transito della parte alta del canale ribassista in essere dai massimi di giugno. La view di breve resta favorevole all’avvio di rialziste di breve per allunghi capaci di viola-re i livelli di resistenza suddetti e proporre ritorni in direzione dei massimi di settembre in prima battuta e successivamente il rag-giungimento della media mobile a 100 giorni in transito in area 1,1150. Detto movimento viene, inoltre, accompagnato dal calo degli indicatori di momentum che dovrebbero favorire il ritorno deli acquisti di euro.

A cura di Wings Partners Sim

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