“Daxit”: dazi e Brexit. Il quadro tecnico sul mercato Forex e sui principali indici azionari

America e Cina sono riusciti a raggiungere quella che è stata definita, dal presidente americano, la “fase 1” di un accordo che dovrebbe risultare più ampio in futuro. Per ora, si è giunti alla decisione di procedere con acquisti per importi pari a 40/50 miliardi di dollari a parte della Cina di prodotto agricoli made in Usa e, così facendo, si potrà verosimilmente evitare l’applicazione di ulteriori dazi pari al 30% che Trump aveva promesso entro la fine di novembre.

I movimenti di reazione sui mercati non si sono fatti attendere, con uno yuan che sta cercando di recuperare terreno contro il dollaro americano e che è stato messo sotto i riflettori da parte dell’America, la quale potrebbe decidere di ritirare le accuse di manipolazione del tasso di cambio proprio in base all’andamento della valuta cinese sui mercati. Traducendo quanto appena detto, se lo yuan si andrà ad apprezzare, allora l’America andrà ad alleggerire i toni, in caso contrario la situazione continuerà ad essere critica e potrebbe condurre a nuovi tentativi di aggressione commerciale da parte di Trump. Ricordiamo che lo yuan ha necessità di muoversi in maniera libera sui mercati, mostrando la capacità di apprezzarsi contro dollaro e conseguentemente contro le altre divise, al fine di risultare una valuta appetibile per controparti commerciali e divenire una vera e propria valuta di riserva mondiale e come la Cina abbia continuato a svalutarlo proprio a cause dei dazi imposti dagli USA, al fine di recuperare competitività internazionale. Per quanto concerne invece la questione brexit, ogni notizia che si muove verso un allontanamento da quello che viene definito “no deal” va a impattare positivamente sulla sterlina, che sul finire di settimana scorsa ha mostrato una ripartenza di circa 500 punti contro dollaro, trascinando con se tutti i cross sterlina. Nello specifico occorre guardare con attenzione la sterlina contro yen e tutti i cross yen, in quanto, in caso di rialzi sui listini azionari, da non escludere proprio a causa delle nuove notizie che arrivano dal fronte Usa/Cina e a causa del fatto che i tassi potrebbero essere effettivamente nuovamente tagliati in America, potrebbero intensificarsi delle vendite di divisa giapponese al fine di finanziare acquisti di rischio.

Eur/Usd

L’area che si muove tra 1.0995 e 1.1005 rappresenta una zona statica di supporto, dove troviamo il passaggio della media a 21 a 4 ore e la parte alta del canale ribassista giornaliero tracciata dai massimi del 25 giugno che potrebbe fungere da supporto dinamico. In caso di sua tenuta, il mercato potrebbe tentare dei rimbalzi verso area 1.1035, 1.1050 e 1.1060, con l’idea che un superamento ribassista di zona 1.0980 possa condurre a tentativi di ridimensionamento verso area 1.0965, 1.0955 e 1.0940.

Usd/Jpy

Su time frame daily è da curare con attenzione l’area che transita tra 108.50 e 108.75, zona di resistenza statica, che se superata può lasciare spazio a tentativi di estensione verso 109.00 e 109 ¼, zona dove passano dei punti statici precedenti da scambio di ruolo. Possibile curare anche un time frame orario, che mostra un’area di supporto statica da scambio di ruolo che si distribuisce tra 108.00 e 108.15, parte bassa di una figura a bandiera di potenziale continuazione rialzista, per rimbalzi verso area 108.35, 108.50 e 108.60, con l’idea che ritorni sotto area 107.75 potrebbero far pensare a ripartenze verso 107.35.

Gbp/Usd

Tecnicamente il cable risulta molto difficile da lavorare, avvertiamo tutti i trader che bisognerebbe decidere di lavorare su di esso soltanto in caso di alta propensione al rischio a causa dell’altissima potenziale volatilità. Risultano comunque studiabili, da un punto di vista tecnico, delle ripartenze oltre area 1.2650 per recuperi degli ultimi massimi battuti ed eventuali estensioni verso 1.2740 e 1.27 ¾. Difficile studiare scenari potenzialmente ribassisti a causa di mancanza di rapporti decenti tra rischio e rendimento.

 

Aud/Usd

Su time frame daily, il mercato ha toccato un’area importante di supporto posta tra 0.6675 e 0.6715, una zona che non si vede da gennaio 2016 e che se abbandonata può aprire la strada verso i minimi del 2009. Su time frame h4 ha iniziato a crearsi un canale rialzista che sta accompagnando le quotazioni ma che attualmente non dà riferimenti particolari, se non l’idea di prestare attenzione ad una sua rottura a rialzo o a ribasso che potrebbe condurre al raggiungimento dei punti statici successivi.

Dax

Su time frame daily ci siamo riportati nei pressi dei massimi che per tre volte hanno respinto delle salite tra la metà di settembre e l’inizio di ottobre e occorre prestare attenzione ad eventuali tentativi di estensione oltre la zona di 12.565 in quanto potrebbe essere propedeutica a tentativi di estensione verso i massimi precedenti, porti a 12.600 e 12.660, con filtri a livello di divergenza ribassista a 4 ore sullo stocastico 10-6-3.

S&P 500

Le Borse americane risultano ben correlate con le europee e occorre prestare attenzione a potenziali tentativi di ripartenza sopra 2.995, area che potrebbe, se superata, condurre ai massimi precedenti posti intorno a 3.010 e 3.020. Occorre tuttavia prestare attenzione al fatto che i prezzi si stanno muovendo all’interno di un canale rialzista h4 e che, lo stocastico si sta muovendo in sincronia con le quotazioni, rendendo di fatto possibile lo studio di eventuali tentativi di ridimensionamento verso 2.925 in caso di superamento di area 2.940.

 

Oro

L’oro si trova ancora in una fase di consolidamento all’interno di una potenziale bandiera daily, con perdita di momentum ribassista, il che deve far considerare la possibilità che in caso di ripartenza oltre area 1.523 i prezzi potrebbero tentare delle sortite verso 1.535 e 1.555. Mancano rapporti tra rischio e rendimento validi per studiare scenari potenzialmente ribassisiti, che devono tuttavia essere tenuti in considerazioni da un punto di vista correlativo, qualora le borse dovessero cominciare a mostrare scenari rialzisti (data la mancanza di correlazione duratura con il dollaro).

A cura di Matteo Paganini, managing director Italy, Pepperstone

 

 

 

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