di Michele D’Antoni
Uno su tutti è la liquidità: i rivoli che si erano praticamente asciugati un anno fa, hanno ripreso a zampillare. È vero che talvolta si viaggia sul piccolo cabotaggio (le banche accettano volentieri anche piani d’accumulo persino da 50 euro al mese) ma quello che conta è il trend principale. Il bello è che questo torrente di denaro dovrebbe gonfiarsi ancora di più con una sorpresa che potrebbe arrivare dallo Scudo fiscale. Il provvedimento di rimpatrio a basso costo dei capitali all’estero finirà col portare così tanti soldi (anche se le previsioni del governo non dovessero essere centrate al 100% il flusso sarà comunque consistente) che alla fine gestori e investitori non sapranno più dove mettere i soldi: l’immobiliare non offre occasioni particolari quindi c’è da aspettarsi che i sodi finiscano proprio sui mercati finanziari. A incoraggiare l’investimento ci penseranno le trimestrali (attese a raffica nelle prossime settimane) che, a quanto dicono gli analisti, saranno migliori delle aspettative. Dalle banche si attendono buone notizie ma anche da alcune aziende del made in Italy più strutturate. La crisi è servita a mettere a posto alcune cosette in molte società che hanno preso l’occasione (giocoforza) per tagliare i costi, ristrutturarsi, concentrarsi sul core business. Tutta salute. Per il resto, l’oro è in costante salita mentre il dollaro viaggia ai minimi. Un classico, mentre continua la pioggia dei bond. Le banche hanno stretto i cordoni e le aziende si arrangiano come possono, indebitandosi con il mercato. Basta che non esagerino.
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