Cina, il terzo mercato obbligazionario al mondo

Per gli investitori disposti a impegnarsi attivamente, le obbligazioni cinesi possono offrire rendimenti potenzialmente interessanti e rappresentano un valido strumento di diversificazione del rischio nel portafoglio. Opportunità stimolanti, ma non prive di rischi, che dunque occorre comprendere in maniera approfondita”. Lo sottolinea Edmund Goh, Investment manager di Aberdeen Standard Investments. Che aggiunge: “Ecco cosa devono sapere gli investitori a riguardo”.

I principali mercati onshore sono il China Interbank Bond Market (Cibm) e l’Exchange Market. Più del 98% delle operazioni in titoli di Stato si realizza sul mercato interbancario. Gli istituti finanziari locali sono detentori di una quota molto significativa di titoli obbligazionari: le banche commerciali arrivano a detenere all’incirca i due terzi dei titoli di Stato cinesi in circolazione. I gestori locali stanno aumentando la propria quota, mentre gli investitori esteri hanno una presenza molto ridotta, di poco superiore al 4% del mercato.

“L’indice JP Morgan Government Bond – Emerging Markets Global Diversified, il benchmark più utilizzato dagli investitori in obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale, e l’indice Ftse World Government Bond non includono ancora le obbligazioni cinesi ma ci aspettiamo che seguano presto l’esempio di Bloomberg Barclays. Stando alle nostre stime, ciò potrebbe attrarre fra i 250 ei 350 miliardi di dollari Usa da fondi passivi”, nota Goh.

Perché puntare sulle obbligazioni cinesi

“Anni di isolamento e di moneta strettamente manovrata hanno portato le obbligazioni onshore cinesi a mostrare una ridotta correlazione con gli altri mercati obbligazionari. Tali titoli offrono inoltre un’interessante crescita dei rendimenti rispetto a strumenti con rating analoghi emessi nei mercati sviluppati”, spiega l’esperto di Aberdeen Standard.

Benché gli investitori esteri continuino ad avere un accesso più limitato a questo mercato rispetto agli investitori locali, oggi operare sulle obbligazioni cinesi onshore è più semplice che mai. Le ultime iniziative hanno ridotto la burocrazia e limitato le restrizioni per gli investitori esteri che ora hanno accesso diretto al Cibm e alla piattaforma Bond Connect, un sistema che permette di entrare sul mercato locale mediante Hong Kong. “Ad ogni modo gli investitori devono avvicinarsi a questo mercato con prudenza. Tra i possibili rischi ci sono l’illiquidità e le inadeguate opzioni di copertura, oltre a procedure legali ancora immature nella gestione dei default e dei recuperi”, sottolinea ancora Goh.

Inoltre, durante la fase di ricerca, i nuovi investitori potrebbero essere sorpresi dal fatto che le agenzie di rating locali raramente attribuiscono punteggi inferiori alle prime due posizioni; questo mercato obbligazionario non ha mai sperimentato un default fino al 2014 e le garanzie implicite dello Stato possono ancora avere un effetto sulle quotazioni obbligazionarie.

“L’apertura del terzo mercato obbligazionario al mondo per dimensioni dopo quelli di Stati Uniti e Giappone dovrebbe essere un’ottima notizia”, conclude l’esperto. “Un mercato perfettamente funzionante ridurrà la dipendenza delle società cinesi dai prestiti bancari e contribuirà a sostenere la prossima fase di crescita della Cina. Gli investitori stranieri svolgeranno un ruolo importante in questo processo”.

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