Puntare su Unipol per scommettere su Bper Banca

Volete puntare sulla ripresa del risiko bancario italiano? Allora potete posizionarvi su Unipol Gruppo Finanziario (Ugf), che sembra vedere più che di buon occhio un matrimonio tra Ubi Banca e Bper Banca di cui da tempo si rumoreggia a Piazza Affari come possibile alternativa ad un’aggregazione tra Ubi Banca e Banco Bpm o un grande assemblamento tra Mps, Banca Carige, Banco Bpm e Bper Banca.

Proprio il numero ancora elavato di possibili alternative a l’incertezza sulla tempistica (si parla in ogni caso di aggregazioni che vedrebbero la luce nel corso del prossimo anno, una volta completata la pulizia di portafoglio dei vari istituti) consigliano di non puntare direttamente su un singolo titolo bancario, ma selezionare un portafoglio di nomi di qualità che potrebbero trarre beneficio dalla nuova fase di concentrazione del mercato ovvero su soci di riferimenti degli stessi, come nel caso della compagnia bolognese, che di Bper Banca è il primo azionista col 15,06% di capitale dopo il conferimento della controllata Unipol Banca.

Di certo Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, ha espresso il suo gradimento all’ipotesi di una crescita di Bper Banca anche per linee esterne ed è dunque probabile che l’istituto proceda in tal senso a prescindere dal “futuro sposo”. Per Cimbri il matrimonio tra Ubi Banca e Bper Banca sarebbe interessante anche perché, a differenza di Banco Bpm (che ha da tempo un’alleanza con Cattolica Assicurazioni), Ubi Banca non ha ancora un partner assicurativo e sta ridefinendo la sua strategia al riguardo.

Se dovesse vedere la luce verde, Ubi-Bper sarebbe un gruppo da oltre 5,3 miliardi di capitalizzazione ai valori attuali di borsa (che valorizzano l’istituto emiliano poco più di 2 miliardi, quello lombardo oltre 3,3 miliardi), valore che potrebbe consentire un successivo allargamento del gruppo a Mps (circa 1,7 miliardi di euro di capitalizzazione a fronte di un salvataggio costato 5,4 miliardi di fondi pubblici), mentre Banco Bpm-Ubi balzerebbe a 6,5 miliardi (Banco Bpm oscilla sui 3,2 miliardi di capitalizzazione).

Il giudizio degli analisti su Unipol e Bper

Da parte sua Unipol (3,6 miliardi di capitalizzazione circa) è già reduce da un rialzo del 42% in borsa negli ultimi 12 mesi (ma solo +6,3% negli ultimi tre mesi) e tratta poco sopra la soglia dei 5 euro, a poca distanza dal target price di consenso (5,15 euro). A fronte di un utile ante imposte che quest’anno dovrebbe sfiorare gli 1,2 miliardi, il consenso degli analisti si attende un utile per azione di 79 centesimi e un dividendo di 22 centesimi, pari a un P/E di circa 6,4 volte e ad un dividend yield superiore al 4,35%.

Al confronto Bper Banca tratta ad un P/E di circa 10,15 volte con un dividend yield potenziale inferiore al 3,2%. Puntare sulla compagnia bolognese consentirebbe dunque di fare maggiore leva, ovvero sfruttare multipli ancora non così tirati a fronte di un titolo di buona qualità. L’unico dubbio viene da un quadro grafico positivo ma che sembra da qualche tempo aver perso mordente, anche se una conferma della positività di medio periodo viene da quotazioni che resistono sospra la media mobile lenta.

Attenzione però allo stocastico e all’indicatore di forza relativa (Rsi), entrambi ancora nella fascia superiore di oscillazione e dunque tali da non garantire che il titolo possa centrare i primi obiettivi al rialzo visti in area 5,10-5,15 euro per azione. In caso di ulteriori prese di profitto, la discesa dovrebbe peraltro arrestarsi nel breve a 4,9-4,8 euro, livelli da cui si potrebbe provare a rientrare su Unipol in vista di un successivo rimbalzo, tanto più che nelle ultime sedute alla discesa delle quotazioni si è accompagnato un calo dei volumi, segno che l’eventuale trend negativo di brevissimo non ha particolare forza e potrebbe esaurirsi rapidamente.

L’andamento di Unipol a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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