Si parla praticamente di esodo, per un totale di un milione e mezzo di persone che già hanno lasciato la città. La causa non è il clima, né la criminalità, né qualche mostro da film Hollywoodiano che ha attaccato la città.
La gente fugge dal fisco perché vivere a Manhattan e nella vicina Brooklyn costa troppo caro.
A New York si parla del maggiore esodo americano del decennio, e non dubitiamo che in questo ci sia lo zampino della crisi, vista l’inversione di tendenza rispetto agli anni ’60, quando la popolazione lasciava il sud per trasferirsi a Manhattan.
Se si guarda al biennio 2006-2007 si calcola che lo stato di New York ha perso circa 4 miliardi e mezzo di dollari, tramutando la dolce vita newyorkese in un amaro incubo fiscale.
I dati del censimento diffusi dall’Empire center anche il trauma causato dalla strage delle Torri gemelle nel 2001 ha spinto molti ad allontanarsi dalla Grande Mela.
Ma la fuga è stata soprattutto guidata dalla ricerca di un luogo dove la pressione fiscale fosse più bassa. Sono infatti circa 300 mila i newyorkesi trasferitisi negli stati del sud o dell’ovest dove soltanto le tasse federali gravano sul bilancio familiare e non anche quelle statali.
L’esodo dunque è andato ad impattare sul mercato immobiliare, facendo diminuire i prezzi delle case a Manhattan. Per via di questo fenomeno di fuga il sindaco Mike Bloomberg forse sperava di rifarsi sulle tasse alle grandi banche ma, grazie alle perdite dell’anno scorso, il gettito al fisco statale sarà esiguo anche dal settore creditizio.