FinecoBank allunga il passo. Ma non è a buon mercato

Il mercato apprezza i numeri di FinecoBank, apparsi ieri in linea o migliori delle attese del mercato. Così dopo aver già chiuso la seduta di ieri in rialzo di oltre l’1% a 10,8 euro per azione con poco meno di 5 milioni di pezzi passati di mano, il titolo del gruppo guidato da Alessandro Foti, di recente uscito dal perimetro di Unicredit, ha aperto la seduta odierna guadagnando un altro paio di punti percentuali sino a superare gli 11 euro per azione, cosa che non capitava più da sei mesi esatti.

Nel terzo trimestre del resto FinecoBank ha registrato un utile netto adjusted di 60,8 milioni, in rialzo del 13,3% su base annua grazie al buon andamento delle commissioni nette. I ricavi sono stati pari a 165,4 milioni, stabili rispetto ai precedenti tre mesi ma in rialzo dell’8,1% rispetto al terzo trimestre 2018. Le commissioni nette sono salite a 84,3 milioni (+3,7% sul secondo trimestre e +15,9% sull’anno) grazie in particolare all’attività di investing e di brokerage, mentre sul fronte patrimoniale il Cet1 ratio consolidato è in frazionale calo, al 17,37% dal 17,84% di fine giugno.

Quanto ai risultati dei primi 9 mesi dell’anno, l’utile netto rettificato è in crescita a 198,1 milioni (+10,8% su base annua, il risultato migliore di sempre nei primi nove mesi e l’incremento percentuale inferiore a quello del terzo trimestre pare indicare che ci sia spazio per fare ancora meglio), a fronte di ricavi totali saliti a 489,0 milioni (+5,2% annuo). I costi operativi sono invece rimasti sostanzialmente stabili a 185,2 milioni (+1,3% annuo), il risultato di gestione ha toccato i 303,8 milioni (+7,7% annuo) e il cost/income ratio è migliorato calando al 37,9% (-1,4 punti percentuali).

Commentando i risultati in un’intervista lo stesso Foti ha sottolineato come FinecoBank sia ad oggi “una delle poche public company tra le blue chip: siamo molto redditizi e questo fa di noi, per definizione, un target agli occhi di possibili acquirenti”. Acquirenti potenziali cui potrebbero far comodi anche i quasi 90 mila (per la precisione 87.467) nuovi clienti che Foti e i suoi 2.564 consulenti finanziari sono stati in grado di acquisire da inizio anno arrivando a un totale di circa 1.338.000 (+6,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), o le masse gestite da Fineco Asset Management, salite a 12,6 miliardi, di cui 7,4 miliardi relativi a classi retail (+14,7% su base annua) e circa 5,2 miliardi a classi istituzionali.

Il giudizio degli analisti su FinecoBank

Certo, FinecoBank non è propriamente sottovalutata dal punto di vista borsistico: dopo il 21% abbondante recuperato negli ultimi 3 mesi il guadagno sull’ultimo anno è risalito al +12,7%, le quotazioni sono ormai sopra il target price medio (10,5 euro), il P/E si avvicina ormai alle 23 volte, mentre il dividendo (32 centesimi previsti) è attorno al 3%. Cià nonostante gli analisti restano ampiamente ottimisti con 5 giudizi positivi e 4 neutrali, ma nessuno negativo.

Quanto al quadro tecnico, il titolo si mantiene in un trend fortemente rialzista a brevissimo/breve termine e comunque positivo a medio/lungo termine. Gli analisti che segnalavano quota 11 come primo possibile obiettivo ora non escludono, in caso di tenuta di questi livelli anche in chiusura, un ulteriore allungo almeno verso gli 11,25-11,30 euro per azione. Se invece scattassero prese di profitto i primi supporti sono individuati a 10,30, 10,20 e poi 10,00-10,05 euro per azione.

Anche in quel caso chiunque volesse mettere le mani sul controllo di FinecoBank dovrà prepararsi ad aprire il borsellino: al momento la società capitalizza oltre 6,5 miliardi di euro per cui un’eventuale offerta d’acquisto dovrebbe come minimo offrire un premio rispetto a tale livello. Che 7 miliardi per il 100% di FinecoBank sia il prezzo giusto?

L’andamento di FinecoBank a Piazza Affari negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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